Cori razzisti e polemiche hanno contraddistinto la partita di qualificazione per i mondiali del Qatar tra Ungheria e Inghilterra, finita 0 a 4. Come ampiamente previsto, infatti, la consueta genuflessione pro Black Lives Matter dei britannici è stata accompagnata da fischi, buu e perfino ululati da parte dei tifosi ungheresi. Così, nelle cronache del giorno dopo, tutto lo spazio extracalcistico ha finito per essere dedicato a quelle che Il Messaggero ha definito «figure oscene» di uno «spettacolo francamente terrificante».
L'ultima notte del re. Roger Federer ha giocato a 41 anni la sua ultima partita da professionista, l’ha fatto in doppio con il suo grande amico e rivale di sempre Rafa Nadal. La coppia ormai ribattezzata sul web ’Fedal’ è stata sconfitta dagli americani Frances Tiafoe e Jack Sock, che si sono imposti con il punteggio di 4-6, 7-6, 11-9 nella sfida tra Europa e Resto del Mondo alla Laver Cup. Al termine dell’incontro, il campione svizzero si è sciolto in lacrime e al centro del campo ha ricevuto l’abbraccio di compagni, avversari e del pubblico.
Quando i giocatori di entrambe le squadre sono stati presentati prima dell’incontro all’Arena O2, Federer è stato l’ultimo ad emergere da un tunnel che porta sul campo. I tifosi, già abbastanza rumorosi per Nadal, Novak Djokovic, Andy Murray e gli altri, si sono alzati per una lunga standing ovation dedicata a Federer mentre sollevavano le fotocamere del telefono per catturare il momento. L’addio al tennis della leggenda svizzera, vincitore di 20 titoli del Grande Slam, segue quello di Serena Williams, vincitrice di 23 titoli major in singolare, agli US Open tre settimane fa dopo una sconfitta al terzo turno. Inevitabilmente quando due campioni di quel calibro smettono di giocare ci si interroga sul futuro di un gioco che entrambi hanno dominato per decenni.
Federer ha annunciato il suo addio nel corso di un toccante videomessaggio sui social la scorsa settimana, spiegando che il suo ginocchio destro, operato per ben tre volte, non è in grado di permettergli di continuare a giocare. In totale Federer ha vinto 103 titoli nel tour maschile, con 1.251 vittorie in partite di singolo, secondo solo a Jimmy Connors nell’era Open. Tra gli altri record, quello del più anziano numero 1 del Mondo a 36 anni nel 2018 e le 10 finali consecutive del Grande Slam, vincendone otto, dal 2005 al 2007.
Popolo arcobaleno in lacrime: niente bandiere Lgbt all’interno degli stadi dove si giocheranno le partite del Mondiale di calcio del Qatar. Lo ha annunciato il generale Abdulaziz Abdullah Al-Ansari, a capo del Comitato sicurezza dei Mondiali. Si tratta dell’ennesimo provvedimento restrittivo nei confronti di gay e compagnia variegata dopo la limitazione delle «manifestazioni pubbliche di affetto tra coppie e calciatori Lgbt».
Qatar 2022, niente bandiere Lgbt negli stadi
Le motivazioni sono chiare: i servizi di sicurezza non possono garantire l’incolumità di coloro che sono intenzionati a dare sfoggio della propria ideologia. «Se un tifoso sventolasse una bandiera arcobaleno gliela toglierei», precisa Al-Ansari. «Non per insultarlo, ma per proteggerlo. Perché se non lo attacco io, potrebbe farlo qualcun altro e non siamo in grado di garantire il corretto comportamento di tutte le persone. A quel tifoso chiederei poi che bisogno ci sia di sventolare quella bandiera in questo contesto», conclude ricordando che in Qatar l’omosessualità è un reato e il Paese non è disposto a cambiare la religione e il proprio ordinamento giuridico «per i 28 giorni della Coppa del mondo. Andiamo allo stadio per il calcio, la bandiera è un atto politico».
Sembra ormai confermato: per motivi legati al vaccino, «al 99%» il 20 volte campione slam Novak Djokovic salterà la Atp Cup in programma a Sydney a partire dal prossimo 1° gennaio. Lo rivela il sito serbo Blic Sport, riportando che il fuoriclasse del tennis mondiale salterà la competizione a squadre. Nessuna conferma, per ora, riguardo l’Australian Open, anche se Blic ipotizza che Djokovic si pronuncerà in merito prima della fine dell’anno. Il giocatore si trova attualmente a Belgrado per trascorrere il Natale con la propria famiglia e partecipare ad eventi organizzati dalla sua Fondazione.
Djokovic al 99% non parteciperà all’Atp
Sempre su Blic la cronista sportiva Jelena Medic riporta le dichiarazioni di una fonte vicina al tennista: «Novak al 99% non andrà a giocare l’ATP [Cup]. Si sta allenando, ma ha deciso di saltare questa competizione».
Nessuno sa se si sia vaccinato o meno
«Di questi tempi le persone si spingono troppo oltre nel prendersi la libertà di fare domande e giudicare una persona», aveva in precedenza dichiarato Djokovic alla stampa serba. Il tennista, da tempo critico nei confronti di pass e obblighi vaccinali più o meno surrettizi, non vuole rivelare se si sia sottoposto al vaccino o meno. «Qualunque cosa tu dica “sì, no, forse, ci sto pensando’”, ne trarranno vantaggio. Certo che voglio andare, l’Australia è il mio torneo del Grande Slam di maggior successo. Voglio competere. Amo questo sport e sono ancora motivato. Il mio manager, che è in contatto con la Australian Tennis Federation, mi dice che stanno cercando di migliorare le condizioni per tutti, sia per chi è stato vaccinato sia per chi no». E conclude: «C’è molta divisione nella società, tra chi è vaccinato e chi no. Questo per me è terrificante».
Inchiesta plusvalenze, è caos in casa bianconera. Il presidente Andrea Agnelli, il vicepresidente Pavel Nedved e l’ex responsabile dell’area sportiva Fabio Paratici sono indagati per falso in bilancio. Oltre a loro, sempre tra gli indagati, vi sono l’attuale Chief Corporate & Financial Officer Stefano Cerrato, l’ex Chief Corporate & Financial Officer Stefano Bertola e l’ex dirigente finanziario Marco Re. Sei persone in tutto quindi. Ma ora cosa rischia la Juventus?
L’indagine della procura
L’indagine della Procura di Torino, denominata “Prisma”, ha avuto avvio a maggio scorso. Sotto osservazione degli inquirenti vi sono in particolare i bilanci societari della Juve approvati dal 2019 al 2021, in particolare relativi alle compravendite di diritti alle prestazioni sportive dei giocatori e alla regolare formazione dei bilanci. “Allo stato, le attività sono volte all’accertamento di ipotesi di reato di false comunicazioni delle società quotate ed emissione di fatture per operazioni inesistenti, nei confronti del vertice societario e dei direttori delle aree business, financial e gestione sportiva”, scrive la Procura di Torino in una nota.
Doccia fredda per José Mourinho alla vigilia della partita tra Roma e Genoa. I giocatori giallorossi, Bryan Cristante e Gonzalo Villar sono infatti risultati positivi al Covid. Lo ha comunicato l’AS Roma specificando che i due giocatori, entrambi vaccinati, sono risultati positivi "in seguito ai controlli periodici svolti attraverso i tamponi molecolari. Le autorità sanitarie competenti sono state immediatamente informate. I calciatori stanno bene e si trovano in isolamento domiciliare”. I due centrocampisti salteranno sicuramente le gare con Genoa, Zorya (Conference League), Torino e sono a forte rischio anche per il match del 1 dicembre con il Bologna.
Addio a Giampiero Galeazzi. L’inimitabile voce delle telecronache sportive italiane, storico volto Rai, è morto oggi a Roma all’età di 75 anni. Galeazzi da tempo combatteva contro una grave forma di diabete. La notizia della morte di Galeazzi è stata data su Twitter da alcuni colleghi, come il direttore del Tg5 Clemente Mimun: “Addio Giampiero rip”, ha scritto Mimun.
Galeazzi, soprannominato “bisteccone” per la sua mole, prima di commentare in tv le grandi imprese sportive – in particolare delle Olimpiadi – fu un grande canottiere. Nel 1967 vinse infatti il campionato italiano di canottaggio nel singolo e poi nel 1968 nel doppio con Giuliano Spingardi. Sempre nel 1968 partecipò alle selezioni per le Olimpiadi di Città del Messico.
Ancora atleti trans biologicamente uomini che rubano premi alle donne: Alana McLaughlin, il secondo atleta apertamente trans a competere in arti marziali miste negli Stati Uniti dal 2014, ha vinto al suo debutto nella categoria femminile di Mma, battendo la sfidante Celine Provost per sottomissione ai preliminari del Combate Global a Miami.
McLaughlin ha vinto a 3 minuti e 32 secondi del secondo round praticando una strozzatura da dietro alla propria avversaria. Ex membro delle Forze speciali dell’esercito americano, McLaughlin segue le orme di Fallon Fox, primo trans a competere nelle gare Mma statunitensi. Fallon, famoso per avere sconfitto Tamikka Brents, provocandole una commozione cerebrale e rompendole 7 ossa craniche, si trovava a bordo gabbia osservando soddisfatto le mosse di McLaughlin. Nel primo round, la Provost aveva messo in difficoltà McLaughlin con una scarica di pugni. Nel secondo, McLaughlin ha ribaltato la situazione sbaragliando la Provost.
Passata la più che meritata sbornia del trionfo londinese sono tornate per gli azzurri del Mancio le fatiche di qualificazione mondiale. In seguito ai tre successi primaverili – in altrettante partite contro Irlanda del Nord, Bulgaria e Lituania – la strada dei campioni d’Europa verso Qatar 2022 si era messa in discesa. Nonostante il rallentamento dovuto al doppio pareggio, il trittico settembrino ci avvicina – anche se non quanto avremmo voluto – alla competizione che si svolgerà nella penisola araba. Sarà decisiva in tal senso la prossima sfida casalinga contro la Svizzera ma, essendo l’Italia, per forza di cose lasciamo la paura alla selezione dei naturalizzati.
La spedizione azzurra fa meglio di Roma 1960 e Los Angeles 1932. E in questa edizione dei Giochi, è già sicura di chiudere nella top ten del medagliere
TOKYO - Luigi Busà vince l'oro nel karate 75 kg alle Olimpiadi di Tokyo 2020. Per l'Italia team, contando anche l'oro della 4x100, è la 38esima medaglia, record assoluto ai Giochi che migliora i 36 podi ottenuti dalle spedizioni azzurre di Los Angeles 1932 e Roma 1960.
Ormai tutti conoscono il nome di Marcell Jacobs. Il velocista italiano si è meritato tutta la fama e l’attenzione che sta ricevendo, dato che ai Giochi Olimpici di Tokyo 2020 ha realizzato un’impresa che è già storia dello sport italiano, e non solo. Il velocista azzurro è infatti stato in grado di vincere la medaglia d’oro nella gara regina d’atletica, quella dei 100 metri, con il tempo di 9’’80: è quindi diventato ufficiosamente l’uomo più veloce del mondo.
Come se non bastasse, pochi giorni dopo ha poi concesso il bis grazie all’altrettanto clamoroso trionfo italiano nella staffetta 4x100: in questo caso grande merito va riconosciuto anche a Filippo Tortu, autore di un ultimo tratto spaziale, in cui ha rimontato la Gran Bretagna e chiuso davanti di appena un centesimo. Al rientro in Italia, qualcuno ha provato a tirare Jacobs in politica, ma lui si è smarcato velocemente: “Lo ius soli non mi interessa - aveva risposto a domanda specifica - non sono preparato su questo tema”.
Un anno fa Dan Friedkin ereditava una gestione pesantissima: 300 milioni di debiti e le conseguenze, tutte da quantificare, della crisi pandemica. Oggi i conti della Roma continuano ad essere in allarme rosso, nonostante le massicce iniezioni del nuovo proprietario: 188 milioni nelle casse del club. La Roma si trova nella stessa situazione di tante altre squadre in giro per l'Italia e l'Europa, ma presenta una doppia specificità che la rende ancor più vulnerabile: il passivo pregresso, frutto delle spese massicce in "cartellini" e stipendi della prima era americana, e la stretta dipendenza dal calciomercato, che il crollo dei prezzi dei trasferimenti ha trasformato in un boomerang.
A leggere i conti giallorossi stupisce, in particolare, l'impennata dell'indebitamento finanziario netto. Dai 9 milioni al 30 giugno 2010 ai 302 del 30 giugno 2021. Una montagna di debiti accumulata, va detto, prima dell'avvento del texano. La cordata guidata da DiBenedetto prima e Pallotta poi s' insediò nel 2011 in virtù di un'intesa con UniCredit (la banca che aveva rilevato la proprietà dalla famiglia Sensi) che prevedeva anche un iniziale prestito dell'istituto-venditore da 50 milioni. Nel 2014 il debito ha sfondato quota 100 milioni per effetto degli investimenti sulla rosa.
Tra le gioie e gli insegnamenti che ci stanno regalando i Giochi Olimpici di Tokyo, abbiamo scoperto di essere incredibilmente bravi nel karate. Dopo il bronzo di giovedì della genovese Viviana Bottaro nel combattimento simulato del kata, questa volta è Luigi Busà da Avola a regalare il colpaccio all'Italia. Un'impresa ancora più grande, dato che il trentatreenne ha fatto bottino pieno, portando a casa la medaglia d'oro nel kumite 75 kg. E conquistando la trentasettesima medaglia per l'Italia, che poco dopo sarebbero diventate trentotto grazie ai fenomeni della 4x100 di atletica leggera, firma il record assoluto per lo sport azzurro: mai avevamo conquistato così tante medaglie alle Olimpiadi (il precedente primato, di 36, risaliva a Los Angeles '32 e Roma '60). «È stata una figata pazzesca, sono felicissimo non solo per me, ma per tutto lo staff», le prime parole di un incontenibile Busà. «Davvero, mi sembra di non capire più niente, è stato un percorso incredibile. Sono contento per tutto il karate italiano. È bellissimo vincere qui alle Olimpiadi ed è un risultato che arriva alla fine di un anno difficilissimo, un giorno ve lo racconterò».
L’atletica non smette di regalare gioie immense e fino a poco fa completamente impensabili. Dopo aver vinto i 100 metri, la gara regina, con Marcell Jacobs, l’Italia ha schiantato gli avversari anche nella staffetta 4x100 e si è conquistata con merito un’altra medaglia d’oro incredibile, la quinta di questi Giochi olimpici a Tokyo 2020, se consideriamo anche il trionfo di Gianmarco Tamberi nel salto in alto e di Massimo Stano e Antonella Palmisano nella marcia 20 km.
Sembra incredibile, ma gli azzurri hanno vinto anche la staffetta, con un’ultima frazione spaziale di Filippo Tortu, capace di rimontare l’avversario della Gran Bretagna e di mettere la testa davanti. Con 37”50 gli azzurri conquistano l’oro davanti alla Gran Bretagna 37”51, bronzo al Canada 37”70. Insieme a Tortu e Jacobs sono stati straordinari anche Eseosa Desalu e Lorenzo Patta: questa medaglia d’oro nella 4x100 è il successo di un intero movimento che evidentemente sta crescendo, ben oltre le aspettative della vigilia.
Premiazione di Gianmarco Tamberi e Marcell Jacobs, gli atleti italiani si commuovono sul podio. Un bellissimo sfogo liberatorio dopo i festeggiamenti di ieri. Si sciolgono così sulle note dell’inno di Mameli, osservando quella bandiera che sale prima di fermarsi lassù, più in alto di tutte. Due imprese memorabili che fanno la storia delle Olimpiadi, coronate da questo indimenticabile momento per i due atleti italiani.
Tamberi e Jacobs, premiazione e inno da brividi
“Il momento dell’inno con la bandiera tricolore che sale è stato da brividi. E’ uno spettacolo”. Così Gimbo commenta la premiazione di oggi, mostrando la medaglia d’oro alle telecamere Rai. “L’ho inseguita così tanto, sono stati cinque anni difficili, perché non ho mai accettato i piccoli traguardi. Volevo un giorno come è stato ieri per essere più felice di tutti: è stato ieri, è oggi e lo sarà per sempre perché – dice Gimbo – rimane per sempre”.
Roma, 1 ago – “A Belloveso invece gli dèi indicavano una via ben più allettante: quella verso l’Italia. Essi varcarono le Alpi e sconfitti in battaglia gli etruschi non lungi dal Ticino, accogliendo l’augurio del luogo vi fondarono una città che chiamarono Mediolanium”. Così parlò Tito Livio, lo storico romano che attribuisce la fondazione di Milano a celtici d’oltralpe stabiliti nei territori occupati dagli Insubri. Per Plinio il Vecchio, invece, fu la stessa popolazione dell’Italia nord-occidentale a dare forma all’attuale capoluogo lombardo. Roma, come al solito, mette d’accordo tutti: nel 222 a.C. conquista questo importante centro strategico, trasformandolo nel fulcro della zona cisalpina e nel crocevia per Gallia e Britannia.
Medio e planum, da cui pianura di mezzo. Non solo nell’asse nord-sud, ma anche in quello est-ovest che congiunge la penisola iberica alla Russia europea. Sviluppatasi insieme all’Impero, ha subito – e usufruito – nel corso del tempo influenze germaniche (periodo longobardo e Sacro Romano Impero), spagnole e napoleoniche. Centro d’Europa nella misura in cui risulta essere una delle migliori espressioni d’Italia, una città votata all’eccellenza: l’Ultima cena del Da Vinci ovvero il futurismo e Piazza San Sepolcro.
La nazionale olimpica femminile di volley turca è stata criticata sui social da un teologo islamico turco. Le critiche erano contro le giocatrici "poco caste". Ihsan Senocak, con un milione di follower su Facebook e quasi un altro milione su Twitter e 862 mila su Instagram, è noto per le sue posizioni radicali. Il teologo si era scagliato contro la divisa da gioco tuonando: "Figlie dell’Islam! Siete le sultane della fede, della castità, della moralità e della modestia… non dei campi sportivi. Voi siete figlie di madri che si sono astenute dal mostrare il loro naso per pudore. Non siate vittime della cultura popolare. Siete la nostra speranza e la nostra preghiera".
Senocak ha però ricevuto anche forti critiche dai suoi connazionali per aver demoralizzato" le giocatrici e di averne compromesso il rendimento in campo, fino a determinare la sconfitta al torneo olimpico contro la nazionale italiana di pallavolo. Non è la prima volta che Senocak pubblica sui social le proprie opinioni e critiche verso l'abbigliamento delle cittadine turche. Nel 2017, egli aveva appunto criticato i padri che permettono alle figlie di andare all’università in jeans e “con le sopracciglia curate”, ricordando contestualmente ai genitori che tale concessione avrebbe aperto alle ragazze "le porte dell’inferno".
A Tokyo 2020 l’Italia ha colto due medaglie inaspettate dal sollevamento pesi, che ha regalato grande gioia ai telespettatori da casa sia al maschile che il femminile. A rompere il ghiaccio è stato Mirko Zanni, che nella categoria 67 kg ha conquistato un bronzo olimpico. Oggi, martedì 27 luglio, è arrivato il bis di Giorgia Bordignon, che a 34 anni è stata in grado di mettersi al collo una medaglia d’argento nella categoria 64 kg, sollevando in totale 232 (nuovo record italiano).
“La medaglia della Bordignon? Non me l’aspettavo in senso buono - ha dichiarato Zanni a Casa Italia - nel nostro sport c’è stata una rivoluzione e i risultati si vedono, la lotta contro il doping si vede e io non posso che essere contento perché aver iniziato questo ciclo di medaglie per me è questione d’orgoglio”. Tra l’altro la Bordignon è stata la prima azzurra di sempre a salire sul podio olimpico: “È un’emozione unica e devo dire che se lo è meritato, ha fatto una prova eccezionale in gara e inaspettata perché ha raggiunto un livello veramente alto”.
“Ora anche l’Italia può dire la sua”, ha aggiunto Zanni, che augura “il meglio a tutti quanti e spero che risultati come questi ne arrivino altri perché ce lo meritiamo, dopo anni passati in secondo piano per colpa di questo maledetto doping ce lo meritiamo e o ora ci andiamo a prendere quello che è nostro”.
Campioni. Campioni d'Europa. Un trionfo azzurro a Wembley sotto il segno di Gigio Donnarumma e Leonardo Bonucci. Una vittoria dolcissima, quella di Roberto Mancini e Gianluca Vialli, il loro abbraccio in campo, le loro lacrime, sono già storia. Tutti promossi. Tutti eroi. Tutti eccezionali. Anche Ciro Immobile, nonostante le molte critiche che gli sono piovute addosso durante questo Euro 2020.
Critiche che, per inciso, non hanno risparmiato l'attaccante della Lazio nemmeno dopo la finalissima con l'Inghilterra: sostituito nel secondo tempo, non ha giocato una partita brillantissima. Ma tant'è. Conta solo il fatto di aver vinto. Anche con Ciro, al quale Roberto Mancini ha dato massima fiducia nel corso di tutta la competizione.
E Immobile, nel post-partita, si è voluto togliere più di un sassolino dalla scarpetta da calcio. Si gode il trionfo e, su Instagram, manda un messaggio chiarissimo a tutti quelli che lo hanno criticato per il suo rendimento. Il messaggio arriva in risposta a un commento della moglie Jessica: "Vita mia i sogni si avverano contro tutto e tutti. Siamo Campioni d'Europa e Scarpa d'Oro, si attaccano al ca*** tutti", si è sfogato Immobile. E ancora, ha ribadito il concetto: "Continuate a parlare, nel frattempo continuo a vincere. Magnatev' u limone!". E tutti muti.
Wimbledon, storica finale per Matteo Berrettini
Onore a Matteo Berrettini. Ha fatto onore all’Italia. Nella prima finale di un italiano a Wimbledon il tennista romano cede in quattro set al numero uno al mondo: Novak Djokovic, che perde il primo parziale, poi rimonta e vince 6(4)-7, 6-4, 6-4, 6-3 in 3 ore e 24 minuti di gioco. Con questo successo, il sesto sull’erba inglese, il serbo aggancia Roger Federer e Rafael Nadal a quota 20 Major vinti e resta in corsa per il Grande Slam.
Matteo Berrettini: “Per me è un inizio di carriera”
Matteo Berrettini ci ha fatto assistere a un evento storico per il nostro Paese: “Sensazioni incredibili, troppe da poter gestire. E anche in questo Novak è più bravo di me. Sta scrivendo la storia di questo sport e merita tutto. Sono contento della mia finale, spero che non sarà l’ultima”. Lo ha detto l’azzurro sul centrale di Wimbledon dopo la sconfitta. “E’ una bellissima sensazione essere qui, ci voleva solo quel passo in più. Congratulazioni al team di Novak. Grazie alla mia famiglia, al mio team, agli amici che sono qui:è stato un lungo cammino, per me questa non è una fine ma un inizio di carriera. Senza di loro niente di tutto questo sarebbe stato possibile”, ha aggiunto il campione romano.
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