Torna l'allarme mucca pazza. Certo, non alle porte dell'Italia, ma il caso fa subito paura. In Brasile - il più grande esportatore di carne bovina al mondo - sono state infatti sospese le vendite verso la Cina, il cliente principale del Paese. Lo stop, come spiega ilfattoalimentare.it, è dovuto a due casi confermati di mucca pazza "atipica". Lo stop, per gli allevatori brasiliani, è un durissimo colpo: Cina e Hong Kong, infatti, acquistano più della metà delle esportazioni di carne bovina proprio dal Brasile.
Per la precisione, i casi di mucca pazza atipica sono stati identificati negli stabilimenti situati negli stati del Mato Grosso e del Minas Gerais, così come ha spiegato il ministro dell'Agricoltura brasiliano, il quale ha rimarcato come si tratti rispettivamente del quarto e quinto episodio relativo alla malattia negli ultimi 23 anni.
Stando a quanto viene rilanciato dall'agenzia di stampa Reuters, lo stesso ministro ha sottolineato come "la malattia della mucca pazza atipica si sviluppa spontaneamente e non è correlata al consumo di cibi contaminati. Il Brasile non ha mai avuto un caso classico di morbo della mucca pazza".
Turismo, nel 2020 crollo senza precedenti: persi quasi 64 miliardi
Chiusure, restrizioni, paura diffusa. Il 2020 è senz’altro l’annus horribilis per eccellenza, non solo per l’Italia. E come prevedibile uno dei settori più danneggiati è stato quello del turismo. Un crollo senza precedenti con una perdita di quasi 64 miliardi rispetto al 2020 e ben 31 miliardi di valore aggiunto tornato ai livelli ante 2010. Il turismo interno nella stagione estiva non è bastato insomma a compensare la perdita dei flussi di turisti stranieri: -207 milioni di presenze. Per comprendere cosa ha portato a questa drastica caduta basti osservare i dati – pubblicati dall’Istat nel report “Conto satellite del turismo per l’Italia”, relativo appunto al 2020 – sui pernottamenti nelle strutture ricettive. In Italia nel 2020 sono diminuiti del 54,6% quelli dei turisti stranieri, del 32,2% quelli degli italiani.
Turismo, un crollo senza precedenti
E’ importante però comprendere che i numeri non servono al mero gioco statistico, ma a fotografare un dramma economico che si traduce anche in perdita di lavoro per migliaia di cittadini. Con i viaggi internazionali crollati, tour operator e agenzie di viaggio con servizi collaterali (-55%) hanno subito una mazzata da cui per ovvi motivi ancora non si sono ripresi. Pessima la situazione anche per la ristorazione: -52,7%. Male, anche se meno devastante, il comparto alberghiero: -18%. “La diminuzione più contenuta del settore ricettivo (-18%) – si legge nel report Istat – è il risultato di una caduta del settore alberghiero controbilanciata dalla tenuta della componente derivante dall’uso in proprio delle seconde case”.
"Ti sei vaccinato?" cosa risponde Pippo Franco a Myrta Merlino, così spiazza tutti a L'aria che tira
La corsa verso le amministrative si avvicina, questo il tema che apre la puntata de “L’Aria che tira” di mercoledì 15 settembre. Per l’occasione il talk show mattutino, condotto da Myrta Merlino, ospita Pippo Franco, la cui candidatura ha suscitato non poche reazioni . L’attore comico è candidato alle elezioni di Roma a sostegno dell’aspirante sindaco del centrodestra, Enrico Michetti.
Nello studio di La7 chiarisce la sua posizione: “Io aspiro all'assessorato alla cultura, cioè a me la politica non interessa in quanto tale". Un ruolo già "prenotato" da Vittorio Sgarbi, storico dell'arte. "Dopo Sgarbi, voglio dire, penso di poter essere utile all’assessorato alla cultura”.
La curiosità della Merlino non si tiene: “Ti sei vaccinato? Lo possiamo dire tanto qui siamo tutti vaccinati ormai”. Il comico sorride ma decide di glissare sulla domanda: “Preferisco non rispondere”. Poco dopo, incalzato dalla conduttrice dice: “lo sai che per venire qui bisogna mostrare il green pass… hai visto il problema si è risolto adesso vai andiamo avanti”. “Quindi nonostante i nemici Pippo Franco si è vaccinato io ne sono molto contenta perché per lui e per noi è una buona notizia, andiamo avanti”, sottolinea la giornalista. L’ospite però non conferma la vaccinazione, specifica solo di essere in possesso della certificazione verde.
Se la spassava ai Caraibi col reddito di cittadinanza, pizzicata dai carabinieri
Una cinquantenne bolognese se la spassava in un’isola da sogno ai Caraibi. Tornata in Italia al volo solo per chiedere reddito di cittadinanza. Preso e via ai Caraibi. Ora finalmente i carabinieri l’hanno pizzicata.
Vaccini, DR. Vladimir Zelenko, medico di Trump, Blosonaro,Etc: Ci saranno 2 miliardi di morti
Vaccini, DR. Vladimir Zelenko, medico di Trump, Blosonaro,Etc: Ci saranno 2 miliardi di morti in 2-3 anni se vaccineranno 7 miliardi di persone.
Questa non è una teoria del complotto, ma un complotto reale.
Non credi?
Guarda i video nella descrizione del seguente video: https://rumble.com/vm0vhd-monsignor-carlo-maria-vigan-30-08-2021smonta-draghibergogliopolitici.html
Perché alla fine l'Inghilterra ha detto no al 'green pass'
L'inversione a 'U' del governo ha colto di sorpresa in tanti. La scelta è stata politica prima ancora che sanitaria
Ma perché alla fine l'Inghilterra ha deciso di fare a meno del green pass? Ha fatto notizia l'inversione a U del governo inglese che sulle misure anti-Covid ha comunicato un brusco cambiamento di programma. Il ministro della Salute inglese, Sajid Javid, ha annunciato alla Bbc che l'esecutivo ha abbandonato i piani per il green pass da utilizzare nel Paese nei locali notturni e in altri luoghi affollati a partire dal 1° ottobre.
"Non dobbiamo fare le cose solo per il gusto di farlo", ha spiegato Javid. Il piano avrebbe dovuto essere presentato alla fine del mese. Il governo ha sottolineato che il piano sarà tenuto 'di riserva' nel caso fosse necessario con l'arrivo della stagione fredda. "Non mi è mai piaciuta l'idea di dire alle persone 'mostrate i documenti' per svolgere semplicemente un'attività ordinaria e quotidiana. Abbiamo esaminato la questione, sono felice di dire che non procederemo con il piano per il passaporto vaccinale". Una frenata ovviamente accolta con favore dagli organismi a cui fanno riferimento i settori delle discoteche e dei locali.
Tombe profanate a Nettuno, De Vecchis (Lega) presenta un’interrogazione: “Atto indegno, cosa fanno istituzioni?”
Finalmente una risposta dal mondo della politica all’ignobile vicenda delle tombe dei marò profanate nel campo memoria Nettuno. Il senatore William De Vecchis (Lega), ha deciso di fare un’interrogazione al ministro della Difesa e dell’Interno.
De Vecchis (Lega) presenta l’interrogazione
“Profanare le tombe di un Cimitero di guerra, come avvenuto recentemente al Campo della Memoria di Nettuno” scrive De Vecchis in una nota “è non solo un atto ignobile ma una grave mancanza di rispetto verso i defunti e il loro ricordo. Il bilancio di questa effrazione riporta quattro tombe danneggiate e due feretri trafugati da parte di soggetti ignoti. Si chiede quindi ai Ministri della Difesa e dell’Interno quali iniziative intendano adottare per far luce su questa vicenda indegna”.
L'obbligo vaccinale così è inutile. Antonella Viola gela tutti dalla Gruber
L'Italia tira dritto sull'estensione del green pass, con l'obbligo che potrebbe riguardare tutti o quasi i lavoratori del privato. Ma sul tavolo c'è ancora l'ipotesi di obbligo vaccinale, come confermato nelle scorse settimane dallo stesso premier Mario Draghi.
A dare una lettura da scienziata a una misura che ha molto di politico è l'immunologa Antonella Viola, che lunedì 13 settembre è intervenuta a Otto e mezzo, il programma di La7 condotto da Lilli Gruber. Da un punto di vista sanitario l'obbligo vaccinale è proficuo, è il ragionamento della Viola, ma diventa del tutto inutile se la misura viene presa solo dall'Italia. In altra parole, o il vaccino anti-Covid diventa obbligatorio in un certo numero di Paesi o si perde l'efficacia del possibile provvedimento.
L'immunologa ha commentato anche la riapertura delle scuole, con l'obbligo di green pass per i docenti e lavoratori. "La maggioranza dei ragazzi è vaccinata, c'è una maggiore attenzione per la fascia sotto i 12 anni per cui il vaccino ancora non c'è ma si spera che arrivi tar la fine dell'anno e l'inizio del prossimo - ha detto la Viola - Ma c'è una situazione di tranquillità. CI sarà qualche focolaio pe ri bambini più piccoli ma non credo che si arriverà mai più a quello che abbiamo vissuto in passato".
A Berlino riaprono le discoteche senza mascherina e distanziamento. Il giudice dà ragione ai club
Club e discoteche riaprono con capienza piena e senza regole sul distanziamento. I caso di Berlino fa discutere, perché arriva con una sentenza del giudice che accoglie il ricorso del gestore di un locale della capitale tedesca, famosa nel mondo per la scena legata alla musica elettronica. Ma per ballare servirà il certificato vaccinale o di avvenuta guarigione.
I locali di Berlino hanno riaperto dopo 18 mesi dopo che un tribunale amministrativo del Land ha rigettato l'ordinanza cittadina che ne prevedeva la chiusura a differenza di altri esercizi come bar e ristoranti. A ricorrere al giudice era stato il titolare di un club del celebre viale Kurfürstendamm. Il Senato di Berlino ha così disposto la riapertura e imposto nuove regole, come riporta il Corriere della sera: sarà obbligatorio il certificato di vaccinazione completa, oppure quello di guarigione entro i sei mesi. Niente tamponi, dunque. Ma anche niente obbligo di mascherina, restrizioni d'orario o distanziamento sociale all'interno della discoteca.
Facebook e la lista di vip intoccabili: Zuckerberg ha protetto dalla censura 6 milioni di profili “famosi”
«Gli standard della community di Facebook si applicano a tutti nella stessa maniera», è il mantra che Mark Zuckerberg ama ripetere a tutti. Ma è veramente così? Un’inchiesta del Wall Street Journal rivelerebbe esattamente il contrario, e cioè che un numero cospicuo, ma al tempo stesso ristretto di utenti, sia «più uguale» degli altri quando si tratta di censura e discorsi di odio: Facebook avrebbe cioè favorito 5,8 milioni di persone, — tra celebrità, figure di spicco e politici — rendendo i loro profili «immuni» alla censura normalmente applicata ai contenuti pubblicati sulla sua piattaforma.
Facebook e la lista dei vip intoccabili
Secondo quanto emerge dai documenti interni all’azienda visionati dal giornale americano, sulla piattaforma girerebbe da anni un programma chiamato XCheck — o Cross Check (controllo incrociato) — che dispensa una lista circoscritta di utenti dal sottostare alle politiche che vengono applicate ai comuni mortali. Uno status esclusivo, per membri vip, ovviamente, che sono autorizzati a dire tutto quello che passa loro per la testa senza temere conseguenze per il proprio account.
Perché l’Inghilterra dice no al Green Pass e il governo annuncerà la fine della legislazione d’emergenza
Boris Johnson non introdurrà il Green Pass in Inghilterra per ragioni sanitarie e politiche. E il premier è pronto a dire addio anche alle limitazioni alle attività economiche
Il governo britannico di Boris Johnson rinuncia a introdurre il Green Pass in Inghilterra. La misura, secondo le anticipazioni, avrebbe dovuto essere approvata entro fine settembre e imporre l’obbligo della Certificazione vaccinale (o di un test del tampone per il Coronavirus negativo) per poter accedere a locali notturni, discoteche o eventi di massa inglesi (concerti, spettacoli, manifestazioni sportive). Una regola che varrà dal primo ottobre finora nella sola Scozia fra le 4 nazioni del Regno. Il ministro della Sanità Sajid Javid ha reso noto alla Bbc che la decisione finale del governo centrale Tory, competente sull’emergenza sanitaria in Inghilterra, è ora di non procedere più. Alla base della scelta ci sono due ragioni. Una sanitaria e una politica.
Quei Paesi europei dove il green pass non è obbligatorio
Alcuni Paesi europei hanno reso il green pass, sulla falsa riga di quello voluto dal presidente Emmanuel Macron in Francia, obbligatorio. Il caso italiano, per ovvi motivi, è noto a tutti voi lettori. Ci sono poi altre nazioni ad aver introdotto il certificato verde, in varie forme. Ad esempio in Germania – dove l’obbligo vaccinale è stato escluso – il green pass è richiesto per accedere a ospedali, piscine, palestre, ristoranti al chiuso, parrucchieri e pure per prenotare una stanza in un albergo. Al contrario al momento il governo tedesco non lo ha imposto per insegnanti e accessi alle scuole. In Austria e in Portogallo la situazione è simile a quella della Germania.
Paesi europei dove il green pass non è obbligatorio
Il Green pass sarà obbligatorio anche per i dipendenti privati. Draghi sfida ancora Salvini
Il ddl Green pass Italia approda oggi in Senato dopo l’approvazione della scorsa settimana alla Camera e lo slittamento di 24 ore della discussione prevista per ieri in Aula. L’inizio è previsto per le 9.30, 103 gli emendamenti presentati sul ddl. Intanto, però, il governo procede spedito verso l’estensione del Green pass a tutti i lavoratori privati. Se il passaporto vaccinale sarà reso indispensabile per i dipendenti della pubblica amministrazione, i giornali oggi parlano di una misura “erga omnes” (forse anche per gli studenti over 12) già da metà ottobre con un decreto ad hoc che potrebbe arrivare la settimana prossima anche per i lavoratori del comparto privato, forse giovedì.
Green pass ai privati, Draghi sfida ancora Salvini
Ieri sera il premier Draghi sembra aver intanto dettato la linea: “Le cose vanno fatte perché si devono fare, non per un risultato immediato”, ha detto a Bologna. Per questo è necessario “dire molti no e pochi sì per evitare che tutto sia travolto dall’irresponsabilità”, ha aggiunto. Ancora incerta sul punto la posizione della Lega: “Prima di dire se sono d’accordo o non sono d’accordo voglio capire di cosa si sta parlando”, ha affermato il segretario del Carroccio Matteo Salvini, ospite di ‘Cartabianca’ su Raitre ieri sera, sull’estensione del documento verde a tutti i lavoratori.
Caos a scuola, padre senza Green pass non può prendere i figli: portatemeli o chiamo i carabinieri
Caos a Bergamo all’uscita di una scuola: un padre senza Green pass non riesce a riprendere i propri figli. La situazione si fa tesa. E l’uomo intima al collaboratore scolastico: «O me li portate o chiamo carabinieri»… Ha fatto scalpore quanto accaduto oggi all’Istituto comprensivo Mastri Caravaggini, a Caravaggio, in provincia di Bergamo. Dove un padre di due bambini, 3 e 5 anni, che frequentano la scuola dell’infanzia, ha dovuto minacciare il ricorso ai carabinieri per poter riabbracciare i propri figli dopo il suono della campanella alle 12. A raccontarlo all’Adnkronos ha provveduto lo stesso protagonista (e vittima) della incresciosa vicenda, che sull’accaduto spiega: «Ho chiesto al bidello se poteva prendere i miei figli. Poiché non avendo il green pass non potevo entrare nell’edificio. Mi ha risposto che loro non erano autorizzati a condurre gli allievi dall’aula alla porta d’ingresso. Dunque i bambini restavano in classe – racconta il padre, F.R. –. A quel punto ho minacciato di chiamare i carabinieri per allontanamento di minore. E solo allora la preside, chiamata da una collaboratrice, ha autorizzato il personale ad accompagnarli all’uscita».
“Guglielmo Marconi era fascista”, e imbrattano il busto del genio italiano
L’idiozia in salsa Black lives matter, condita da stolta iconoclastia e damnatio memoriae da quattro soldi, torna a far capolino in Italia. Prova ne è quanto successo al Pincio, a Roma, dove è stato imbrattato con vernice colorata il busto di Guglielmo Marconi. Un gesto rivendicato dal gruppo Creare è Distruggere (mai nome fu più emblematico) che la dice lunga sulla tolleranza dei tolleranti.
Imbrattato busto di Guglielmo Marconi: “Era fascista”
Ma come mai i nuovi vandali se la sono presa proprio con uno dei più grandi geni italiani del secolo scorso, celebre inventore della telegrafia senza fili? Semplicemente perché era fascista. “È possibile accettare di venerare personaggi che hanno fatto del fascismo una mentalità, senza ripensamenti? Con le sue invenzioni Marconi fu l’iniziatore di una delle mutazioni più pericolose e devastanti per il mondo contemporaneo. Portandoci a tutto questo”, scrivono su Facebook gli autori dell’imbrattamento.
. I produttori di Prosecco: "Territorio mortificato"
Il governatore Zaia: "Vergognoso, così non si difendono gli investimenti"
Cari euroburocrati, il Prosek croato bevetevelo voi a Bruxelles, città in cui il massimo della vita alcolica è la acidissima birra Lambic, da cui il termine lambiccarsi, sottinteso il cervello. Esercizio in cui è evidentemente assai vocato chi, nella illuminatissima Commissione europea, ha dato il via libera al riconoscimento della menzione tradizionale «Prosek» da parte delle autorità di Zagabria. Non ci vuole la lucidità di un astemio per comprendere che si tratta di un calco dell'italianissimo Prosecco, amato in tutto il mondo sia come bollicina da compagnia sia come ingrediente dell'ormai universale Spritz.
La decisione ha provocato reazioni a dir poco frizzanti nell'Italia che di vino vive. Vero è che, come fa sapere il commissario all'Agricoltura, il polacco Janusz Wojciechowski, uno che di vino immaginiamo capisca come noi di Pierogi (trattasi di ravioli senza gloria molto diffusi a Varsavia e dintorni), dopo la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale dell'Unione europea le parti interessate «disporranno di un termine di due mesi per presentare un'obiezione motivata», ma la cosa non ci rassicura. L'Italia queste partite è abituata a perderle. Accadde per il Tocai, vino bianco fermo friulano di cui gli ungheresi produttori dell'assai differente Tokaj richiesero - con successo - lo sbattezzamento (ora si chiama Friulano e sta appena riprendendosi dal trauma da cambio di identità). E accadde per il Consorzio del Gallo Nero, che identificava il Chianti Classico, terra di secolari tradizioni vinicole azzerato da un tribunale americano che voleva tutelare un altro Gallo, produttore che così fa di cognome. In California, terra che quando il Chianti già deliziava coi suoi vini ancora doveva essere scoperta, per dire.
Scuola nel caos, parte la caccia alle mascherine Fca
Ci mancava solo la caccia alle mascherine facciali Fca farlocche negli istituti del Lazio. Come se nell’atteso giorno del ritorno sui banchi in presenza, con tutto il da farsi tra le mani, ai dirigenti scolastici e al personale da essi delegato non bastasse la grana dei Green pass da controllare (previsto perfino per i genitori degli alunni che entrano, ultimissima "chicca"), la grande novità di quest’anno scolastico, il terzo in epoca Covid. Alcuni istituti romani si sono attivati già da ieri, nel giorno di festa, sulle verifiche sui due lotti consegnati e non conformi (00914086180 e 00914086190). Negli altri stamattina, assieme al trillo della campanella - da prima delle 7.30, quando dovrebbe materializzarsi sul sistema Sidi la famigerata piattaforma informatica in grado di agevolare sulle certificazioni verdi - scatteranno anche i controlli sui numeri dei dispositivi di protezione individuale distribuiti erroneamente alle scuole italiane. E se malauguratamente si trovassero, allora lo step successivo, come da disposizioni inviate, sarebbe quello di non utilizzare le eventuali giacenze e di “quarantenarle”, informando il Ministero della Salute. Espressione, quest’ultima, che fa sgranare letteralmente gli occhi a presidi e addetti del settore. «Nelle scuole si sta cercando di fare i controlli. Al momento, vista la situazione, controlliamo a mano a mano le mascherine che distribuiamo», aggiorna Cristina Costarelli, presidente dell’Associazione Nazionale Presidi del Lazio e dirigente scolastico del Liceo Isacco Newton di Roma, quartiere Esquilino. L’allarme risuona forte nelle scuole romane e del territorio.
Il Papa a Budapest sulle orme di Wojtyla. Il primo appuntamento è politico: l’incontro con Orban
Il Papa a Budapest sulle orme di Wojtyla. Il primo appuntamento è politico: Francesco incontra Ader e Orban… Forse non è ancora in perfetta forma, ma noncurante dei rumors sulla sua salute, il Papa ha ripreso a viaggiare: destinazione il cuore d’Europa. Ha avuto inizio questa mattina il 34esimo viaggio apostolico internazionale del Pontefice, che si è recato a Budapest per la conclusione del 52° Congresso Eucaristico Internazionale e in Slovacchia. Lasciata Casa Santa Marta, il Pontefice si è trasferito in auto all’aeroporto Internazionale di Roma-Fiumicino da dove, alle 6, a bordo di un A320 dell’Alitalia, è partito alla volta di Budapest. L’arrivo all’aeroporto internazionale di Budapest in perfetto orario: alle 7.45. E con questo appena cominciato, sono 54 i Paesi del mondo visitati da Francesco dall’inizio del suo Pontificato.
Alitalia: gli aiuti di Stato sono tutti uguali, ma alcuni sono più uguali di altri
Alitalia dovrà restituire aiuti di Stato per 900 milioni di euro. Lo ha deciso la Commissione Ue, giudicando non conforme ai Trattati il sostegno erogato dal governo nel 2017. Un altro colpo basso di Bruxelles dopo le condizioni capestro imposte per la creazione di Ita, che tra “discontinuità”, spezzatino e discutibili piani industriali nasce sotto la prospettiva di avere vita molto breve.
Correva l’anno 2015 quando, sotto gli auspici dell’allora premier Matteo Renzi, Alitalia annunciava l’accordo con Etihad. Doveva essere il momento della svolta: portando l’ex sindaco di Firenze notoriamente scalogna, finì dopo un paio d’anni. Male, peraltro: prima di andarsene, gli emiratini fecero razzia di tutto il possibile. Nella primavera 2017 la compagnia finì così in amministrazione straordinaria, con un prestito ponte da 600 milioni poi elevato a 900. Obiettivo cercare un acquirente, che però non venne individuato. L’unica strada percorribile era quella del risanamento (i margini c’erano), condizione necessaria per anche solo pensare ad una qualche ipotesi di futuro rilancio. Neanche a dirlo, i commissari nemmeno la presero in considerazione.
“Dopo la Brexit il diluvio”. E invece tutti vogliono investire nel Regno Unito
Quando Londra votò per uscire dall’Ue, furono in molti a pronosticare che ciò avrebbe causato la fuga di tantissime imprese. Portando, come logica conseguenza, recessione e povertà. Non solo queste previsioni catastrofiche non si sono avverate, ma sono sempre di più le aziende che hanno deciso di investire in Gran Bretagna dopo la Brexit.
Degno di nota, tra gli altri, l’annuncio della Nissan di investire un miliardo di sterline per produrre batterie e auto elettriche a Sunderland. Un’iniziativa che creerà almeno 900 posti di lavoro diretti e altri 4.500 indiretti. La decisione è stata particolarmente importante, visto che la multinazionale giapponese aveva minacciato di chiudere gli impianti in caso di Brexit. Evidentemente ha capito che, nonostante la fuoriuscita dal consesso comunitario, il Paese di sua maestà ha ancora tanto da offrire.
Somane Duula, l’assalitore somalo di Rimini, aveva addosso 7 coltelli: era già stato respinto da 4 Paesi Ue
Al pm Davide Ercolani che lo interrogava, Somane Duula ha risposto, parlando un inglese stentato, che non ricordava nulla. «Avevo assunto cocaina», avrebbe invece detto al suo legale.
Il 26enne somalo che la notte dell’11 settembre ha accoltellato quattro persone e un bambino a Rimini, è un caso politico. Era arrivato nel 2015 in Europa e aveva già fatto domanda per lo status di rifugiato in Danimarca, Svezia, Germania e Olanda. Ma nessuno dei quattro Paesi Ue aveva raccolto la sua richiesta.
Chi è Somane Duula
«Il suo agire non è da collegarsi in alcun modo ad ambienti terroristici», assicurano gli inquirenti, anche per fugare il panico che ieri si era diffuso in città, peraltro in un attacco arrivato proprio in coincidenza con l’11 settembre. C’è da capire perché è salito sul filobus 11 che collega Riccione a Rimini, con un set di 7 coltelli da cucina.
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