Una vendetta in nome delle piccole vittime di molestatori e pedofili. Per questo un detenuto della prigione di Stato della California Substance Abuse Treatment Facility ha ucciso altri due carcerati. La storia ha creato un ampio dibattito negli Usa.
Jonathan Watson, questo il nome del detenuto che ha compiuto i due omicidi, ha spiegato che subito dopo un trasferimento nella struttura carceraria aveva chiesto un immediato spostamento perché si era reso conto di essere detenuto insieme a condannati per pedofilia. La richiesta è stata negata e l'uomo qualche tempo dopo ha aggredito altri due detenuti nella stessa cella uccidendoli con un bastone.
“Ho pensato di fare un favore a tutti. Non provo vergogna”, ha raccontato il detenuto di 41 anni. Le vittime sono David Bobb, 48 anni, e Graham De Luis-Conti, 62enne, scontavano entrambi pene pesanti per violenze sessuali ai danni di bambini.
Covid, i veri dati sull'efficacia del vaccino: uno su quattro può contagiarsi
Dal ministero della Salute arriva il via libera per la somministrazione del vaccino anti-covid insieme a quello contro l’influenza. Una circolare quella firmata dal direttore della prevenzione Gianni Rezza, attesa dalla Regioni pronte a far partire all’unisono la campagna delle terze dosi e quella del classico vaccino contro l’influenza stagionale.
Mentre in Italia si registrano 3. 312 nuovi casi con 25 morti e un tasso di positività dello 0,9% l’Iss, nel suo report esteso, sottolinea intanto come il ciclo vaccinale completo sia efficace nel 77,2% dei casi nel prevenire l’infezione. Un dato che si alza per quanto riguarda le ospedalizzazioni (92,6%) e nel prevenire il ricovero in terapia intensiva (94,9%) e il decesso (94,8%). E a promuovere la terza dose di vaccino c’è anche Anthony Fauci. L’immunologo e consigliere scientifico della Casa Bianca, divenuto una delle figure più popolari al mondo dopo lo scoppio della pandemia, riporta i dati provenienti da Israele per argomentare la sua tesi.
«A 15 giorni dalla somministrazione della terza dose del vaccino Moderna rispetto a più varianti possiamo vedere un aumento della protezione di 23 volte rispetto alla mutazione D614G (la prima rilevante rispetto al ceppo originario di Wuhan), di 32 rispetto alla mutazione B.1.351 (la variante sudafricana) e infine di 44 volte rispetto alla mutazione P.1 (la variante brasiliana)», spiega nel suo intervento al Congresso di Firenze dei medici internisti ospedalieri di Fadoi. Dati simili a quelli rilevati per il booster Pfizer «indistintamente in giovani e anziani, nei quali si sono avuti drastici aumenti dei livelli anticorpali e della protezione relativamente alle forme gravi di malattia e alle infezioni».
Marea umana no green pass, in migliaia sfilano in solidarietà della vicequestora di Roma
Per l’undicesimo sabato consecutivo il popolo milanese del No Green pass è partito in un corteo non preavvisato e non autorizzato da piazza Fontana verso il Duomo. Rispetto alla scorsa settimana non si sono registrati momenti di tensione con le forze dell’ordine che precedono la testa del corteo. Nella pancia del serpentone che avanza dietro striscione "Educare alla libertà - No Green pass" sono presenti cartelli e messaggi di solidarietà al vicequestore di Roma Nunzia Alessandra Schilirò, finita al centro di polemiche per le sue posizioni contrarie alla certificazione verde. "Lamorgese non sei all’altezza del Paese che rappresenti - Solidarietà al vicequestore Schilirò". Ripetuti secondo un copione ormai consolidato i cori e gli slogan tra cui insulti al Presidente della Repubblica e al premier Mario Draghi.
Una costola del corteo No Green di Milano ha deviato dal percorso concordato con la questura all’altezza dei bastioni di Porta Venezia. Quando la testa del serpentone ha raggiunto corso Buenos Aires dal lato sinistro alcune decine di manifestanti si sono staccati improvvisamente girando sui bastioni. Gli agenti del Reparto mobile e personale della Digos hanno tamponato l’avanzata. Quando i fuoriusciti si sono resi conto di non essere seguiti, sono rientrati nella pancia del corteo che sta percorrendo l’arteria cittadina dello shopping.
"Inchieste sotto elezioni. Come con Berlusconi..."
L'ex pm: "Strane inchieste a ridosso del voto. Con il Cavaliere questo è sempre accaduto"
Luca Morisi per diversi anni è stato responsabile della comunicazione della Lega e di Matteo Salvini. È lui l'artefice della bestia social di Matteo Salvini. Analizzava i tweet e i discorsi. Ora è indagato dalla procura di Verona per detenzione e cessione di sostanze stupefacenti. La vicenda è emersa a cinque giorni dal voto anche se l'indagine è di oltre un mese. Un caso? Il Giornale ne ha parlato con Carlo Nordio, magistrato, ora in pensione, ex procuratore aggiunto di Venezia. Il titolare dell'inchiesta Mose. Colui che ha alle spalle le indagini di Mani Pulite, le Brigate Rosse, Tangentopoli.
Questa indagine che colpisce Luca Morisi, non è strana a pochi giorni dal voto?
«In un certo senso è strano, tuttavia poiché in Italia come da regolamento le elezioni si fanno ogni anno è possibile che si tratti anche di una coincidenza. È un fatto tuttavia che alla vigilia delle elezioni, la politica tenda a strumentalizzare ogni forma di indagine anche se infondata, nei confronti degli avversari. L'hanno sempre fatto, anche con Berlusconi. A pochi giorni dal voto usano l'indagine. Queste indagini vengono strumentalizzate a fini politici per delegittimare l'avversario».
Gran Bretagna, nei campus studenti non vaccinati marchiati con braccialetti
Studenti universitari marchiati con braccialetti che indicano se sono stati vaccinati due volte, una volta sola o se non hanno ricevuto nemmeno una dose: accade all’Università di Bath, in Gran Bretagna. A riferire questa piacevole prova tecnica di apartheid sanitario e di violazione della privacy è il Telegraph.
Studenti marchiati con braccialetti
Il quotidiano britannico rende infatti noto che gli studenti giunti questa settimana al campus dell’Università di Bath sono stati dotati di braccialetti di diverso colore a seconda dello stato vaccinale, da indossare durante le serate di svago in discoteca. Questa sorta di passaporto immunitario sotto copertura per attestare il proprio stato vaccinale, fa sapere il Telegraph, sarà necessario per partecipare a eventi in discoteca o nell’arena dell’Unione degli studenti di Bath. Questo nonostante il governo di Londra non sia riuscito a imporre su scala nazionale il green pass.
Papa Francesco disse: "Il lavoro precario uccide". Che imbarazzo: usciere cacciato e umiliato in Vaticano
Vi ricordate? Papa Francesco disse che "il lavoro precario uccide". E il Pontefice aggiunse anche che dovrebbe essere sempre vietato, così come aveva scritto nella Evangelii Gaudium, documento programmatico del suo pontificato. E Bergoglio aveva ribadito il concetto anche in una circolare interna inviata qualche tempo fa. Eppure per la sua amministrazione l'utilizzo dell'articolo 11 del Regolamento Generale della Curia Romana – che a lungo andare determina il precariato - resta un conto ancora in sospeso.
Infatti, come riporta Il Messaggero, solo due giorni fa all'Ulsa – il Tribunale del Lavoro del piccolo stato pontificio – è stato discusso il clamoroso caso di un usciere che per quasi dieci anni è andato avanti con contratti di lavoro a tempo, rinnovati ogni dodici mesi tra un dicastero e l'altro. Salvo poi alla fine dell'ultimo contratto essere licenziato.
L'uomo, 58 anni, si è trovato improvvisamente in strada: infatti l'amministrazione della Segreteria per l'Economia non gli ha rinnovato l'impiego mettendolo di fatto nei guai. L'uomo, infatti, non solo si trova privo di contributi previdenziali ma per arrivare all'età della pensione sociale dovrà aspettare altri dieci anni. Peccato che abbia anche una famiglia da mantenere. In Vaticano alcune voci riportate sempre dal Messaggero insinuano che il contratto non gli sarebbe stato rinnovato per uno sgardo al cardinale Pell, quando serviva al dicastero dell'Economia guidato proprio dal porporato australiano.
Sgarbi furioso: «L’Italia che oscura il David è uno schifo, piega la testa davanti agli islamici»
«L’Italia oscura il David di Michelangelo a Dubai in ossequio alla tradizione islamica: un’umiliazione inaudita, inaccettabile, intollerabile. Lo Stato italiano umiliato e l’arte italiana mortificata. Un vero e proprio schifo». È la “stroncatura” netta di Vittorio Sgarbi che all’Adnkronos commenta così la vicenda del David di Michelangelo all’Expo di Dubai dove l’iconica riproduzione in grandezza naturale del capolavoro è presentata in modo tale da non mostrare le parti intime della statua.
Sgarbi: «Umiliazione dell’arte italiana»
«Ci troviamo di fronte all’umiliazione dell’arte italiana. La prova del fallimento dell’Italia all’Expo, dopo che Di Maio era andato qualche mese fa a dire che era un capolavoro», affonda il critico d’arte. Che incalza: «O tu dici che è un problema tecnico per spendere, di meno, o altrimenti è come quando Renzi fece coprire le sculture per la venuta di Rouhani dall’Iran, mentre Rouhani è persona raffinatissima e sa distinguere fra arte e pornografia. È ridicolo».
Rita Dalla Chiesa svergogna la Raggi: con una foto di Ponte Milvio dimostra il suo fallimento
Rita Dalla Chiesa ancora una volta non esita a mostrare tutta la sua indignazione. Su Twitter pubblica la foto di un marciapiede di Roma con tantissime cassette della frutta accatastate una sull’altra. «Ponte Milvio adesso. Grazie, Roma», scrive la giornalista. Una foto che mostra ancora una volta la Capitale sporca e che non viene ripulita neanche alla vigilia delle elezioni.
Rita Dalla Chiesa e i precedenti post
Non è la prima volta che Rita Dalla Chiesa posta foto di rifiuti e cassonetti indecenti per le vie di Roma. Un anno fa aveva scritto lapidaria: «Non meritiamo nemmeno di vivere nei rifiuti, nell’odore terrificante, fra i topi e i cinghiali».
Altro attacco
E poi a giugno di un anno fa aveva rincarato la dose. La giornalista aveva condiviso su Twitter alcuni scatti accompagnati da un commento: «Lo schifo di Piazza Jacini, Vigna Clara, a Roma. Davanti a un supermercato». E poi ancora: «Altro che guanti e mascherine». Un altro chiaro atto di accusa nei confronti dell’amministrazione guidata dalla pentastellata Virginia Raggi.
Pillola anti-Covid sperimentata dalla Merck: “Ridotti del 50% decessi e ricoveri”
Una pillola anti-Covid forse è in arrivo. La Merck, colosso farmaceutico, chiederà a breve l’autorizzazione all’utilizzo di emergenza negli Stati Uniti.
Merck, “autorizzazione il prima possibile”
Il colosso farmaceutico Merck comunica che chiederà “il prima possibile” l’autorizzazione di emergenza, alla Food and Drug Administration (Fda) americana, per la prima pillola anti-Covid. Si tratta di un trattamento orale contro la malattia che “riduce significativamente il rischio di ricovero o morte”, come si legge in una nota ufficiale. Se venisse approvata, questa pillola il cui nome è “Molnupiravir” sarebbe il primo farmaco del suo genere ad essere commercializzato esclusivamente per il trattamento del Covid-19, un passaggio che rappresenterebbe un passo avanti nella lotta contro la malattia.
Il Duce resta cittadino onorario di Pezzana. La sinistra si straccia le vesti
La sinistra piange lacrime amare: S.E. Benito Mussolini rimane cittadino onorario di Pezzana, piccolo comune in provincia di Vercelli. Nonostante il polverone sollevato un mese fa da Radicali e +Europa, il consiglio comunale ha deciso all’unanimità di non revocare la cittadinanza onoraria al Duce.
Mussolini rimane cittadino onorario di Pezzana
I presenti alla riunione consiliare del Comune — cinque i consiglieri di maggioranza della lista «Pezzana che vorrei», assenti tre consiglieri di minoranza della lista «Pezzana che lavora» — hanno fatto fronte comune per confermare l’onorificenza concessa al S.E. Come di consuetudine durante il Ventennio, il piccolo comune aveva concesso la cittadinanza onoraria al Duce sperando di vederlo arrivare di persona a ritirarla. Nel corso degli ultimi decenni alcune amministrazioni si sono prodigate per revocare il titolo a S.E., ma non quella di Pezzana — tra le tante — che con questa delibera riconferma il valore storico di tale onorificenza.
“A Roma la priorità è garantire la sicurezza dei cittadini”: parla l’ammiraglio De Felice
“In caso di vittoria, il centrodestra a Roma deve garantire la sicurezza dei cittadini e debellare ogni favoreggiamento dell’immigrazione clandestina“: parola dell’ammiraglio (ris) Nicola De Felice. Esperto di strategia per la sicurezza del Paese e nemico giurato di Ong e trafficanti di esseri umani, De Felice ci spiega che la sicurezza è un cardine anche nella Capitale. “E’ evidente la sconcertante incompetenza dell’attuale giunta capitolina“, sottolinea, spiegandoci come si dovrebbe intervenire.
Ammiraglio, oggi Roma è allo sbando. Perché?
“Perché i vari assessorati, gestiti da elementi veterocomunisti o liberal-settari, favorevoli alla subordinazione dei diritti sovrani dei romani ad un’ideologia pseudoambientalista e globalista, hanno miseramente fallito nei propri obiettivi. Così creando quell’insicurezza sociale, economica, identitaria che ha portato Roma ad essere una delle capitali più trascurate al mondo”.
Se dovesse vincere il centrodestra da dove dovrebbe partire?
“L’obiettivo di una guida politica di una città non può che essere quello di realizzare lo sviluppo ed il benessere dell’intera comunità. Nei suoi caratteri civili, religiosi, linguistici, etici, economici, identitari e culturali. In più, Roma ha vita, volontà e fini superiori per potenza e durata a quelli dei singoli individui ovvero alle varie realtà che in ogni tempo ne fanno parte. Chi intende porsi al vertice amministrativo di Roma non può che riconoscere la centralità dei legittimi fabbisogni di vita e sicurezza dei propri cittadini. In ragione di una continua elevazione morale e culturale, di un’equa distribuzione della ricchezza in proporzione al rendimento di ognuno nella comunità”.
Basta smart working, statali tutti in ufficio entro il 30 ottobre. Il decreto Brunetta
Basta smart working per la Pa, statali tutti in ufficio entro il 30 ottobre: arriva il decreto Brunetta. Rientro in presenza entro fine ottobre e flessibilità negli orari, anche in deroga, se necessario, a quanto previsto dal contratto nazionale di lavoro. Il tutto per evitare assembramenti. Mentre il lavoro da casa, detto anche con una punta di umorismo involontario “lavoro agile”, diventa un’eccezione. Sono questi i cardini del decreto della Pubblica amministrazione messo a punto dal ministro Renato Brunetta. Il provvedimento disciplina le modalità di rientro in ufficio per gli statali. Il tutto in attuazione del decreto varato la scorsa settimana che ha stabilito il ritorno in presenza nella pubblica amministrazione.
Decreto Brunetta: stop smart working, dipendenti Pa tutti in ufficio entro il 30 ottobre
Obiettivo del decreto Brunetta è dunque quello di “realizzare il superamento dell’utilizzo del lavoro agile emergenziale come una delle modalità ordinarie di svolgimento della prestazione lavorativa alle dipendenze delle pubbliche amministrazioni, a decorrere dal 15 ottobre 2021, nel rispetto delle vigenti misure di contrasto al fenomeno epidemiologico adottate dalle competenti autorità”. In sostanza, la pandemia sta finendo: tutti in ufficio. Per farlo, le “amministrazioni organizzano le attività dei propri uffici prevedendo il rientro in presenza di tutto il personale entro i quindici giorni successivi alla data” del 15 ottobre, “assicurando, da subito, la presenza in servizio del personale preposto alle attività di sportello e di ricevimento degli utenti (front office) e dei settori preposti alla erogazione di servizi all’utenza (back office), anche attraverso la flessibilità degli orari di sportello e di ricevimento dell’utenza”.
Monopattini, è boom di incidenti. L’allarme dei medici: “Danni cerebrali gravissimi”
Il lato oscuro dei monopattini. Il vanto dell’amministrazione Raggi dal maggio 2020, che di fatto ha trasformato la viabilità in un incubo urbano per autoveicoli e pedoni, sta ingolfando i pronto soccorso della Capitale con le vittime di incidenti gravi: l’aumento nell’ultimo mese è del 400%. Si tratta per lo più di giovani e giovanissimi, vale a dire il target medio dell’utenza dei monopattini.
Incubo monopattini nei pronto soccorso di Roma
«Non ho mai visto un’incidenza del genere, siamo passati da zero a almeno un nuovo caso a settimana», spiega a Repubblica Emiliano Cingolani, rianimatore e direttore dell’unità Shock e Trauma del dipartimento di emergenza del San Camillo. «Abbiamo dovuto inserire una nuova tipologia di traumi, quelli da monopattino». Si parla di «lesioni craniche gravissime, e senza alcun tipo di protezione, come non eravamo più abituati a vedere» dall’epoca in cui non sussisteva l’obbligatorietà del casco in moto. Sempre uguale la dinamica dei sinistri: i conducenti guidano nel traffico a zig zag, senza rispettare semafori, precedenze, salgono e scendono dai marciapiedi disseminati di ostacoli. Senza contare le buche, i tombini e le scivolate sui pavé di sanpietrini.
Covid, lo scienziato che sosteneva l’origine naturale? Lavorava con il laboratorio di Wuhan
Grossi guai a Wuhan. Nella China town dell’ormai celebre laboratorio e dei sospetti sul Covid si annidano misteri e spy stories che neppure nei migliori Segretissimo della Mondadori. L’unica certezza, al momento, è che la prestigiosa rivista scientifica Lancet ha deciso di smantellare la task force incaricata di risolvere il giallo dei gialli.
Peter Daszak, dal laboratorio di Wuhan con furore
Gli esperti in questione erano stati incaricati di analizzare i dati e arrivare a una conclusione indipendente, ergo super partes, sull’origine del virus che ha messo in ginocchio il mondo. Peccato che uno di questi esperti, lo zoologo anglo-americano Peter Daszak, avesse collaborato con i cinesi nel laboratorio di Wuhan. Già, proprio nel luogo da dove si ipotizza che il Covid sia scappato, nella città in cui la task force doveva indagare per capire com’erano andate davvero le cose. Oltretutto Daszak non è propriamente un ricercatore qualsiasi, visto che era stato messo a capo della squadra di investigatori dell’Oms, varie volte recatasi in Cina per reperire documenti e possibilmente prove schiaccianti.
Le terapie anti-Covid non esistono, giusto? Sbagliato. L’Aifa sbugiarda i virologi star
La ricetta Speranza a base di «tachipirina e vigile attesa» è già stata messa in discussione da diversi studi scientifici. Adesso, però, sta per crollare un altro bastione su cui si erano arroccati i virologi star alla Burioni e Bassetti: la presunta inesistenza di terapie anti-Covid. A gettare scompiglio nel vasto schieramento «vaccinista» ci ha pensato nientemeno che l’Aifa in persona. L’Agenzia italiana del farmaco, infatti, pochi giorni fa ha approvato l’utilizzo di Anakinra, Baricitinib e Sarilumab, e cioè farmaci immunomodulanti per il trattamento delle forme gravi di Covid-19, ossia per pazienti ospedalizzati con polmonite e necessità di supporto respiratorio.
Virologi star in imbarazzo
La notizia è stata accolta con gioia da Roberto Burioni, il virologus maximus della televisione italiana: «Buone notizie: altre armi per curare i casi più gravi di Covid-19 disponibili anche nel nostro Paese». Peccato solo che, come fa notare la Verità in una gustosa inchiesta, lo stesso Burioni faccia parte della folta schiera di coloro che ci hanno ripetuto che non esistono terapie anti-Covid. E che, pertanto, l’unica soluzione sarebbe il vaccino. Oggetto degli strali di Burioni sono state in particolare le cure domiciliari: «Le terapie domiciliari sono una bugia pericolosa, forse molto remunerativa per alcuni». E ancora: «Non esiste nessuna cura “domiciliare” efficace per poliomielite, morbillo, rosolia, parotite, epatite A, Covid-19. Esistono invece vaccini efficaci in grado di prevenire queste malattie. Chi vi dice che le “cure domiciliari” esistono è un irresponsabile».
Il fondatore della Ong Open Arms è un “pirata a bordo di una nave negriera”? Ecco la sentenza dei giudici
Nel 2019, la giornalista spagnola Cristina Seguí scrisse un editoriale sulla testata Ok Diario in cui definiva Oscar Camps, fondatore della Ong spagnola Open Arms, “pirata a bordo di una nave negriera”. Camps depositò una denuncia-querela per diffamazione contro la giornalista spagnola perché, secondo Camps, avrebbe leso il suo onore e quello della sua Ong. Il fondatore di Open Arms chiese pure 10mila euro come risarcimento per i danni di immagine.
La Ong Open Arms, sostenuta da Richard Gere
In Spagna, come ormai è noto, Open Arms è ben inserita all’interno delle istituzioni, della politica, del mondo dello spettacolo e dello sport. La Ong ha ricevuto notevoli finanziamenti dai Comuni di Madrid e di Barcellona, dagli attori Javier Bardem e Penelope Cruz, da diversi musicisti spagnoli e dall’allenatore di calcio Pep Guardiola. Addirittura, Richard Gere e il giocatore della Nba Marc Gasol salirono a bordo della nave Open Arms, diventando testimonial della Ong spagnola. Ricordiamo che l’attore americano e Ada Colau, sindaco di Barcellona, si presenteranno come testimoni dell’accusa durante il processo Open Arms che vede come imputato Matteo Salvini, accusato di sequestro di persona e omissione di atti d’ufficio.
Genova, morti sospette dopo il vaccino: i periti dell’accusa: “Probabile correlazione con AstraZeneca”
Genova - Ci sarebbe una probabile correlazione tra AstraZeneca e le morti per trombosi del seno cavernoso con piastrinopenia. Lo scrivono i periti dei pm genovesi nella prima bozza depositata in procura sulle morti avvenute a Genova dopo la somministrazione del siero anglosvedese. A fine mese verranno consegnate le relazioni definitive ma giovedì i magistrati del pool Sanità (Arianna Ciavattini, Francesca Rombolà e Stefano Puppo) si riuniranno con i colleghi di Eurojust e delle altre procure italiane ed europee che indagano sulle morti sospette.
I consulenti, il medico legale Luca Tajana e Franco Piovella, hanno parlato nelle relazioni di Vitt, una sindrome che assomiglia patogenicamente alla trombocitopenia indotta da eparina.
Ulteriori approfondimenti saranno necessari per chiarire tutti gli altri aspetti di quanto accaduto. A Genova sono stati due i casi che hanno suscitato maggiore clamore: quello di Francesca Tuscano, la docente di 32 anni morta ad aprile, e quello di Camilla Canepa, la studentessa di 18 anni stroncata da una trombosi a giugno.
Carlo Freccero non si vaccina perché glielo ha detto Luc Montagnier
L’ex autore tv e consigliere di amministrazione della Rai dice che lo ha convinto a evitare l’immunizzazione. Ma l’ex premio Nobel è stato smentito a più riprese dai colleghi scienziati
Carlo Freccero, giornalista ed ex consigliere d’amministrazione della Rai, non si è vaccinato contro la Covid-19. Durante il suo intervento a In Onda, programma condotto da Concita De Gregorio e David Parenzo su La7, non solo torna a parlare del Grande reset, ma cita il nome della persona che lo ha convinto a non ricevere la vaccinazione: «Ho parlato con Montagnier, il 12 agosto a Firenze, il quale mi ha detto “Ti consiglio di non farla” e non l’ho fatta». Lo stesso Freccero, in un intervista a Panorama, afferma che il Premio Nobel sia uno dei punti di riferimento dei No Vax insieme al “guru” dell’idrossiclorochina Didier Raoult, entrambi citati e sostenuti nel sito Byoblu. A proposito di quest’ultimo, durante la trasmissione In Onda il giornalista Freccero cita una dei protagonisti della manifestazione dei No Green pass a Roma del 25 settembre, la vice questore della Polizia Nunzia Alessandra Schilirò, autrice proprio per Byoblu di Claudio Messora.
Mimmo Lucano condannato a 13 anni ma i politici non sanno perché. E l'immigrazione non c'entra nulla
Domenico Lucano detto Mimmo, ex sindaco di Riace e attuale candidato alle regionali in Calabria come capolista in tutte e tre le circoscrizioni di una lista civica in sostegno di Luigi De Magistris, è stato condannato a 13 anni e due mesi di reclusione, 5 anni di interdizione dai pubblici uffici e alla confisca in solido con altri di oltre un milione di euro. I fatti sono ben noti, perché Lucano era originariamente già stato arrestato e confinato da Riace per avere violato ogni legge esistente per favorire l'immigrazione clandestina, arrivando a combinare e celebrare falsi matrimoni per fare ottenere la residenza a immigrati e favorendo senza gara per sua unica decisione cooperative di immigrati a cui venivano girati fondi pubblici in arrivo da Regione, governo nazionale ed Unione europea. La pena comminata dal tribunale di Locri era inattesa, perché nella sua requisitoria il pm aveva chiesto per lui 7 anni e 11 mesi e anche per molti altri imputati condanne decisamente minori.
Ora è confermato: staff Oms ha compiuto 80 stupri in Congo
Molti operatori dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) compirono stupri e varie violenze sessuali nella Repubblica Democratica del Congo durante l’epidemia di Ebola che colpì la nazione africana tra il 2018 e il 2020. E’ quanto confermato da un’indagine di una commissione indipendente che ha prodotto un rapporto di 35 pagine nel quale sono documentati oltre 80 casi di abusi sessuali.
Operatori Oms non curavano l’Ebola, compivano stupri
Per l’esattezza nove stupri sono stati attribuiti a dipendenti – di varie nazionalità – dell’Oms. “L’entità degli abusi sessuali durante la risposta alla decima epidemia di Ebola ha contribuito ad aumentare la vulnerabilità delle presunte vittime, che non hanno beneficiato dell’assistenza e del sostegno richiesti”, si legge nel rapporto. Nel documento si parla poi di evidenti “lacune strutturali”, nonché “negligenze individuali” nell’ambito della stessa Organizzazione mondiale della sanità.
A commettere gli abusi sono stati sia membri dello staff internazionale che personale locale. Le vittime sono decine di donne che quando non stuprate direttamente, ricevevano offerte di lavoro in cambio di favori sessuali. Spesso le vittime subivano agguati negli ospedali, venivano ricattate oppure drogate.
Turchia, ubriaco aiuta a cerca un disperso: ma l’uomo scomparso era lui
Arriva dalla Turchia l’incredibile — e parecchio comica — notizia di un uomo ubriaco, che dato per disperso dopo una nottata di bagordi si è unito alla squadra di ricerca per la sua scomparsa, senza accorgersi che la persona cercata dai soccorsi era proprio lui. E’ accaduto nella cittadina di Inegöl. Secondo quanto riportato dai media locali e internazionali il «disperso» avrebbe capito la situazione solo quando uno dei suoi soccorritori ha gridato il suo nome.
L’ubriaco si perde nel bosco…
Beyhan Mutlu, 50 anni — questo il nome e l’età del protagonista della vicenda — si trovava in un locale a bere con una comitiva di amici quando, pesantemente ubriaco, si è dileguato dirigendosi verso un bosco. Sul momento i compagni di bevuta non si erano preoccupati più di tanto. Passate molte ore e non vedendolo tornare, la comitiva aveva iniziato a preoccuparsi fino alla decisione di allertare le autorità. Allo scattare delle ricerche, organizzate in squadre, si erano uniti parecchi volontari.
“Lo schwa? In italiano non ha senso”: la Crusca e i linguisti fanno piangere la Murgia
In quest’epoca gender fluid, sta ormai venendo meno ogni distinzione: territoriale, etnica, culturale, sessuale e, adesso, anche linguistica. È diverso tempo, infatti, che le lobby Lgbt e i collettivi femministi stanno spingendo per rendere più «inclusivo» il linguaggio. In Italia è stata in particolare Michela Murgia a farsi alfiere e madrina di questa tendenza, ammorbandoci con l’utilizzo del cosiddetto «schwa». La famigerata «e rovesciata» (ə) – ci assicurano i cantori fucsia – sarebbe perfetta per non far uso di una lingua «sessista» ed «eteronormata» (qualunque cosa ciò voglia dire). È per questo motivo che ha destato molto scalpore un intervento della Crusca che ha completamento demolito questa grottesca moda di far ricorso allo schwa.
La Crusca boccia lo schwa
Sul blog dei cruscanti, infatti, il linguista Paolo D’Achille è stato perentorio: «In alternativa all’asterisco, specie con riferimento alle persone non binarie, è stato recentemente proposto di adottare lo schwa (o scevà). Questa proposta, che sarebbe da preferire all’asterisco perché offrirebbe anche una soluzione sul piano della lingua parlata, ha già trovato vari sostenitori (sembra che l’abbiano adottata, almeno in parte, una casa editrice e un comune dell’Emilia-Romagna). A nostro parere, invece, si tratta di una proposta ancora meno praticabile rispetto all’asterisco».
Non è l'Arena, il ricatto del green pass e la rivelazione bomba di Sgarbi su Draghi: solo per far vaccinare
Nella gestione del Covid deve prevalere la libertà del singolo o quello della collettività? Massimo Giletti inaugura la nuova stagione di Non è l’Arena, programma in onda su La7, parlando del tema green pass, e nel farlo interroga Vittorio Sgarbi sulla certificazione verde: “È un problema malamente posto, la libertà collettiva è quella che dovrebbe proibire alle persone di fumare, siccome il fumo porta il cancro. Qualcuno va in Messico prendendo l’aereo, altri ci vanno in altri modi, io Stato non posso imporre l’aereo. La legittimità di essere contrari al green pass è la legittimità di chi dice di aver paura di fare il vaccino per gli effetti collaterali. Gli incidenti automobilistici sono molto più gravi come quantità di morti, ma tu puoi avere tanti incidenti e non morire, poi ne hai uno solo aereo e muori. Io ti posso obbligare a prendere l’aereo? No”.
Il deputato prende poi le difese della vicequestore Nunzia Schilirò che si è scagliata contro il green pass nella prima parte della puntata del programma di Giletti: "È illegittimo, viola la nostra Costituzione”. “Lei ha ragione, la libertà personale supera la libertà collettiva. Lo fai per te, se io non faccio il vaccino mi faccio un danno da solo, tu sei protetto con il vaccino. Perché devo costringere chi non lo vuole fare? Ci sono anche motivazioni religiose per esempio, benché siano bizzarre. In Italia non puoi andare a teatro e nei musei senza green pass, ma in Spagna lo puoi fare. Siamo in Europa o no?” sbotta Sgarbi, che poi continua il monologo facendo una rivelazione: “Ho detto questa cosa a Draghi e lui mi ha detto una cosa molto precisa ‘Sono d’accordo con te, ma a noi non interessa il green pass come uno strumento che abbia una sua oggettiva necessità, ma ci serve per convincere le persone a vaccinarsi’ Praticamente mi ha dichiarato un ricatto”.
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Il cinema e la televisione sono pur sempre mezzi visivi, ma sono fortemente valorizzati dalla musica e da essa dipendono. Immaginate Star Wars senza l... -
Perché i film e cortometraggi sono giudicati in modo diverso dalla Critica e dal Pubblico
Spesso, un film viene giudicato in modo diverso dalla critica e dal pubblico a causa di diversi fattori: la critica cinematografica, dotata di strumen... -
Vuoi insegnare la sceneggiatura ai tuoi bambini?
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Truffa online, basta un clic: come ti svuotano il conto corrente
Accetta tutto, rifiuta tutto, solo i necessari, conferma le mie scelte: quante volte mentre cerchiamo di navigare in santa pace su internet veniamo le... -
YouTube rimuove i “non mi piace”. Ecco come favorisce il politicamente corretto
L’amministratore delegato di YouTube, Susan Wojcicki, ha annunciato mercoledì scorso che la piattaforma di condivisione video più famosa al mondo rimu... -
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La ricetta Speranza a base di «tachipirina e vigile attesa» è già stata messa in discussione da diversi studi scientifici. Adesso, però, sta per croll... -
Pfizer, "abbiamo sbagliato vaccino". Campagna contro il Covid, studio sconcertante: tutto ribaltato, chi rischia
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Dodici milioni di animali uccisi per i test scientifici: Parlamento Ue chiede fine della “mattanza”
Il Parlamento Ue chiede si fermare la “Mattanza” degli animali da laboratrio: nell’Unione europea, nel 2017, circa 12 milioni di animali sono stati al... -
Instagram è dannoso per la salute mentale delle ragazze. Zuckerberg lo sa e non fa nulla
Facebook sa che Instagram è un social pericoloso per la salute mentale delle ragazze adolescenti, ma non fa nulla per arginare il problema. E’ quanto... -
Carne bovina, due casi di mucca pazza. "Stop alle vendite", torna il terrore: ecco cosa evitare
Torna l'allarme mucca pazza. Certo, non alle porte dell'Italia, ma il caso fa subito paura. In Brasile - il più grande esportatore di carne bovina al... -
Facebook e la lista di vip intoccabili: Zuckerberg ha protetto dalla censura 6 milioni di profili “famosi”
«Gli standard della community di Facebook si applicano a tutti nella stessa maniera», è il mantra che Mark Zuckerberg ama ripetere a tutti. Ma è veram... -
Così muore in pochi secondi il Covid: l'immunologo Clerici ha scoperto l'arma letale che uccide il virus
Una spallata che può essere definitiva nella guerra con il Covid. Mario Clerici, docente di Patologia generale all’Università Statale di Milano e dire... -
Elon Musk da paladino “verde” a inquinatore seriale
Elon Musk proprietario di Tesla e del gruppo Space X ha cercato di rivoluzionare, oltre al mercato automobilistico anche lo stile di vita dei nuovi ri...
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MARATONA 2022 con ben 230 CORTOMETRAGGI proiettati
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