Una settimana al rientro in classe ed è caos. Lega e Movimento 5 Stelle si oppongono all'ipotesi di nuove regole sulla didattica a distanza e la quarantena degli studenti. Il governo vuole tenere aperte le scuole ma deve fronteggiare l'impennata di contagi. I sindacati domani incontreranno il ministro dell'Istruzione, Patrizio Bianchi. Le Regioni valuteranno le indicazioni delle Asl e c'è il rischio che vadano in ordine sparso: il governatore campano Vicenzo De Luca vorrebbe tenere chiuse le elementari fino a fine gennaio, quando la campagna vaccinale tra i 5 e gli 11 anni avrà raggiunto percentuali maggiori.
LE DATE .- In molte città la scuola ricomincerà il 10. In altre il 7. L'idea che ha acceso lo scontro politico, al momento la strada che vorrebbe seguire il governo, è quella di mettere in Dad per 10 giorni gli alunni non vaccinati di elementari e prima media qualora nella stessa classe vi siano due positivi. Per i vaccinati invece ci sarebbe semplicemente l'autosorveglianza di 5 giorni con obbligo di tampone al decimo. Con 3 contagi sarebbero le singole Asl a valutare se sospendere le lezioni in presenza. Per la Lega «lasciare a casa 3 milioni e mezzo di bambini non è una soluzione. Si intervenga piuttosto su aerazione e uso delle mascherine», prosegue la nota. «Discriminare bimbi e famiglie non ha nessun senso». Per il sottosegretario leghista all'Istruzione, Rossano Sasso, «la didattica in aula è sacrosanta. La campagna vaccinale per i più piccoli è appena partita», ha aggiunto, «e inasprire i protocolli su contagi e quarantene ci esporrebbe al rischio di eccessive penalizzazioni. La risposta non può essere sacrificare il diritto all'istruzione: su questo siamo pronti a far sentire forte la nostra voce. Non possiamo permetterci di creare enormi difficoltà ai genitori e di sovraccaricare il lavoro già complesso di insegnanti e presidi». Netta anche la posizione della collega grillina Barbara Floridia: «Non si può pensare di discriminare i bambini. Si continui a investire sulla sicurezza, si aumentino le risorse. Le scuole devono restare aperte». I 5 Stelle ritengono la distinzione tra alunni vaccinati e non una «grave discriminazione». Per le parlamentari di Fratelli d'Italia Paola Frassinetti, responsabile del dipartimento Istruzione, ed Ella Bucalo, responsabile Scuola, sarebbe «una follia».
Variante Omicron, Matteo Bassetti spiazza tutti: pochi sintomi anche per chi non è vaccinato
Matteo Bassetti interviene a Controcorrente, il programma di Rete 4 condotto da Veronica Gentili, e nell'affrontare i temi legati alla pandemia fornisce un argomento poco battuto finora. Lunedì 3 gennaio l'infettivologo del San Martino di Genova parla delle misure restrittive che il governo di Mario Draghi varerà nel prossimo Consiglio dei ministri di mercoledì 5 gennaio, come il super green pass che potrebbero essere esteso a tutti i lavoratori.
Il fatto è che gli effetti della variante Omicron sono meno gravi "nei vaccinati, ma spesso anche nei non vaccinati" afferma il primario. Insomma, la nuova variante è più contagiosa ma causa meno ricoveri ordinari e in terapia intensiva, non solo per chi ha due dosi e booster, anche per chi non ne ha nessuna. In entrambi casi siamo davanti a "una sorta di forma influenzale, un raffreddore". Ci sono due quadri, spiega Bassetti, "con la Delta che nel vaccinato doppia dose o tripla dose causa una forma influenzale e di raffreddore rinforzato, e la Omicron sembra fare lo stesso nel non vaccinato".
Per questo "non possiamo affrontare la pandemia del 2022 con le regole del 2020, un conto è mettere in quarantena un soggetto non vaccinato che aveva una carica virale elevatissima. Oggi con una malattia che dura molto meno, mi sembra che non mettere in quarantena i contatti e accorciare quella degli asintomatici sia una misura di pragmatismo, che è quello anglosassone", dice Bassetti.
Air Italy, dramma ignorato: restano a terra più di 1.300 lavoratori
Il 2022 è iniziato nel peggiore dei modi per i dipendenti di Air Italy: dal primo gennaio potranno partire le lettere di licenziamento. La compagnia, già in liquidazione da 2 anni, non si è presentata al tavolo ministeriale per chiedere un altro anno di cassa integrazione. La conseguenza è disastrosa: più di 1300 lavoratori rischiano di rimanere senza stipendio. Una storia imprenditoriale di 60 anni si conclude in maniera ingloriosa. Andiamo con ordine e vediamo le tappe principali di questa vicenda.
Da Alisarda ad Air Italy
In principio fu Alisarda, fondata nel 1963 da Aga Khan IV. Nasceva così una compagnia con sede ad Olbia che avrebbe dovuto favorire lo sviluppo turistico in Costa Smeralda. Qualche anno dopo Alisarda cominciò a espandersi conquistando nuove rotte: Fiumicino, Torino, Genova, Pisa. La Sardegna poteva contare sul suo aerobus per aumentare il turismo. Nel 1991 l’Assemblea Straordinaria dei soci deliberò il cambio della ragione sociale in Meridiana. Quest’ultima crebbe molto negli anni 90. Basti pensare che nel 1992 la Compagnia trasportò 1.932.000 passeggeri conseguendo un fatturato operativo di 342 miliardi di lire. Alla fine degli anni novanta i passeggeri erano saliti a 3.075.000 per toccare i 3 531mila nel 2000. Poi ci fu l’undici settembre e il settore entrò in crisi. Cominciò l’era delle ristrutturazioni. Come nel peggior costume italiano molti credettero che il riscatto della compagnia passasse per l’ingresso di un nuovo socio straniero. A luglio del 2016 arrivano i qatarini. Viene così firmato l’accordo per l’acquisto del 49% di Meridiana Fly da parte di Qatar Airways. Quest’ultima, il 28 settembre 2017, rileva ufficialmente il 49% di AQA Holding, newco creata appositamente per la nuova gestione di Meridiana da parte di Alisarda e Qatar Airways. Dal primo marzo 2018, Meridiana assume una nuova denominazione ufficiale e diviene Air Italy. Il cambiamento, porta con sé il cambio di livrea degli aeromobili e l’aumento delle destinazioni, sia nazionali che internazionali.
Maxi-sequestro da 30 milioni per gli Elkann: accusa di truffa all'Inps, guai per il gruppo Gedi
La Procura di Roma ha condotto un’inchiesta che mette nei guai la famiglia Elkann e gli Agnelli, proprietari della holding Exor. Come riferito da La Verità a finire nell’occhio del ciclone è il mondo dell’editoria: l’ipotesi di reato che ha portato a congelare 30 milioni di euro è quella di una truffa all’Inps. Ai proprietari del gruppo Gedi vengono contestate irregolarità nei prepensionamenti di numerosi dirigenti. In totale sarebbero addirittura una settantina i dipendenti coinvolti nelle presunte irregolarità riscontrate dalla Procura. Il quotidiano riferisce la notizia secondo la quale l'avvocato dell'azienda, l'ex ministro della Giustizia Paola Severino, si sarebbe adoperata in fretta e furia per far aprire alla famiglia piemontese un conto ad hoc su cui Gedi avrebbe già versato i fondi oggetto del sequestro. In questo modo si dovrebbe essere riusciti ad evitare di colpire i patrimoni personali degli indagati.
Omicron rovina il Capodanno di mezzo mondo. Fuochi d'artificio e concerti cancellati
Capodanno sottotono in tutto il mondo a causa della pandemia del coronavirus, con i nuovi picchi legati alla variante Omicron. Le celebrazioni per l'arrivo del 2022 sono state ampiamente cancellate o ridotte, mentre a livello globale dalla fine del 2019 più di 285 milioni di persone sono state contagiate e più di 5 milioni sono morte. Nel cuore dell'Europa, a Parigi i fuochi d'artificio sono stati cancellati ed è stato reintrodotto l'obbligo di indossare mascherine all'aperto, rispettato dalla gran parte delle persone che hanno passato le ultime ore del 2021 sugli Champs-Elysees. A Berlino, la polizia ha chiesto di non andare alla porta di Brandeburgo dove si svolgeva un concerto per cui non era previsto pubblico dal vivo, mentre a Madrid solo 7mila persone sono state ammesse alla Puerta del Sol, dove tradizionalmente la folla supera i 20mila presenti.
A Londra il tradizionale spettacolo pirotecnico nel centro della città è stato sostituito da uno show di luci e droni trasmesso in tv, che si è svolto in un luogo segreto per evitare che sul posto si radunasse folla. Atmosfera diversa a Belgrado dove, a differenza del resto d'Europa, i grandi raduni sono stati consentiti nonostante i timori legati alla variante Omicron. Un medico locale ha previsto, quindi, che il Paese registrerà migliaia di nuovi contagi, subito dopo le festività. Negli Usa le città si sono mosse in modi diversi. A Los Angeles il pubblico dal vivo del concerto di fine anno è stato vietato, a New York solo 15mila persone sono state ammesse a Times Square, mentre a Las Vegas migliaia di persone hanno potuto assistere allo spettacolo pirotecnico. Più a sud nel continente, a Rio de Janeiro qualche migliaio di persone si è radunato a Copacabana per i tradizionali fuochi d'artificio, mentre musica veniva diffusa da altoparlanti in assenza dei concerti dal vivo. Molti spettatori in meno rispetto alle 2 milioni di persone che normalmente presenziano allo show, dopo che nel 2020 i festeggiamenti erano stati del tutto cancellati.
Super green pass per lavorare e nuove regole per i guariti. Così il governo evita l’obbligo vaccinale
Niente obbligo vaccinale, il governo è pronto a varare un nuovo decreto con l’obbligo di super green pass per lavorare e regole aggiornate per i guariti dal Covid. Ormai è deciso: mercoledì 5 il Cdm varerà l’obbligo di certificazione verde con vaccino o guarigione per tutti i lavoratori, del settore pubblico, privato e autonomi. Così l’esecutivo Draghi intende evitare di imporre il vaccino obbligatorio con relativa assunzione di responsabilità in caso di eventi avversi.
Obbligo di super green pass per lavorare, si rischia il caos negli hub vaccinali
Con l’obbligo di super green pass per tutti i lavoratori si rischia il caos negli hub vaccinali. Stiamo parlando di cinque milioni di italiani che attualmente fanno il tampone per ottenere il green pass e andare a lavoro. L’obbligo indiretto di vaccinazione però arriverebbe mentre è in corso la campagna vaccinale degli under 12. E dal 10 gennaio sarà possibile anticipare la terza dose. Nelle ultime ore in molti hub vaccinali ci sono state lunghe code, che nei prossimi giorni potrebbero aumentare in modo drammatico.
Vaccino, Djokovic salterà l’ATP Cup: poche speranze anche per Australian Open
Sembra ormai confermato: per motivi legati al vaccino, «al 99%» il 20 volte campione slam Novak Djokovic salterà la Atp Cup in programma a Sydney a partire dal prossimo 1° gennaio. Lo rivela il sito serbo Blic Sport, riportando che il fuoriclasse del tennis mondiale salterà la competizione a squadre. Nessuna conferma, per ora, riguardo l’Australian Open, anche se Blic ipotizza che Djokovic si pronuncerà in merito prima della fine dell’anno. Il giocatore si trova attualmente a Belgrado per trascorrere il Natale con la propria famiglia e partecipare ad eventi organizzati dalla sua Fondazione.
Djokovic al 99% non parteciperà all’Atp
Sempre su Blic la cronista sportiva Jelena Medic riporta le dichiarazioni di una fonte vicina al tennista: «Novak al 99% non andrà a giocare l’ATP [Cup]. Si sta allenando, ma ha deciso di saltare questa competizione».
Nessuno sa se si sia vaccinato o meno
«Di questi tempi le persone si spingono troppo oltre nel prendersi la libertà di fare domande e giudicare una persona», aveva in precedenza dichiarato Djokovic alla stampa serba. Il tennista, da tempo critico nei confronti di pass e obblighi vaccinali più o meno surrettizi, non vuole rivelare se si sia sottoposto al vaccino o meno. «Qualunque cosa tu dica “sì, no, forse, ci sto pensando’”, ne trarranno vantaggio. Certo che voglio andare, l’Australia è il mio torneo del Grande Slam di maggior successo. Voglio competere. Amo questo sport e sono ancora motivato. Il mio manager, che è in contatto con la Australian Tennis Federation, mi dice che stanno cercando di migliorare le condizioni per tutti, sia per chi è stato vaccinato sia per chi no». E conclude: «C’è molta divisione nella società, tra chi è vaccinato e chi no. Questo per me è terrificante».
“I dati Covid sui bambini manipolati per spaventare i genitori”: l’ammissione del commissario della Salute (Video)
l commissario per la salute di New York Mary Bassett ha ammesso di aver intenzionalmente presentato in maniera fuorviante le cifre sui ricoveri per Covid dei bambini. Questo per diffondere allarmismo sul virus, allo scopo di terrorizzare i genitori e convincerli a vaccinare i figli. «Volevamo far passare l’idea che tra i bambini stava esplodendo un’epidemia di infezioni. I numeri che avevamo diffuso erano contenuti, erano basati su 50 ricoveri. Ora sono qualcuno di più, ma rimangono numeri contenuti. Lo abbiamo fatto per spingere i pediatri e le famiglie a vaccinare i bambini», ha specificato la Basset nel corso di una conferenza stampa avvenuta lo scorso 27 dicembre.
I numeri sui bambini presentati in maniera fuorviante per spaventare i genitori
Basset si riferisce a una nota inviata ai medici dal Dipartimento della Salute dello Stato di New York alla vigilia di Natale, in cui si avvertiva di una «tendenza al rialzo» nei ricoveri pediatrici per coronavirus. L’aumento, si legge nel documento, si è concentrato nell’area di New York City, e si basa su dati raccolti tra il 5 dicembre e la settimana a partire dal 19 dicembre. La nota, però, non specificava il numero di bambini ricoverati in ospedale, limitandosi ad affermare che i ricoveri di New York City sono aumentati di «quattro volte» durante il periodo preso in esame. Con la dichiarazione del 27 dicembre la Basset riconosce quindi che il Dipartimento della salute dello Stato ha manipolato la diffusione dei dati per spaventare i genitori.
La variante Omicron fa meno paura, mezza Europa verso la libertà
Ieri la contabilità del Covid ha fatto segnare una totalità di positivi di oltre un milione, con un segno più sui casi soprattutto negli under 19, la fascia che è ancora in una fase di piena vaccinazione. Soltanto nell’arco di 24 ore, i nuovi contagiati sono stati 141 mila. Dunque, siamo in una fase difficile, quando si avviano a conclusione delle Feste natalizie con nuove limitazioni (basti pensare al Capodanno con le discoteche chiuse ed altre feste di piazza).
Come va, però, negli altri Paesi? Sembra verificarsi una congiuntura tale per cui non è detto che a un alto livello di restrizioni dipenda un crollo dei casi. Anzi, l’abbattimento dei casi spesso avviene in presenza di «strette» arrivate solo nelle ultime settimane, e non nel lungo periodo. Tanto che, attualmente, abbiamo un’Europa su due livelli, al Nord i casi calano, mentre nell’Europa mediterranea il trend è, purtroppo, ancora positivo. Esempio lampante è la Germania, che vede un calo protratto nell’ultima settimana-dieci giorni, per quanto ieri l’istituto Robert Koch abbia segnalato una risalita dell’incidenza. In ogni modo, il neo ministro della salute, Kerl Lauterbach ha potuto annunciare «una luce in fondo al tunnel». Il riferimento è anche ai sintomi meno gravi della variante Omicron. «È un raggio di speranza», ha affermato il ministro durante una trasmissione televisiva. Sul punto, peraltro, ha parlato anche il direttore dell’ospedale Charité di Berlino, Christian Drosten, preventivando un inverno «relativamente normale». E poi ha aggiunto: «È una buona situazione se hai un virus che non ti fa più ammalare e si trasmette facilmente, stimolando così aggiornamenti regolari all'immunità delle persone».
Alphtal (Svizzera). Il comune ribelle, nessun vaccinato. Il sindaco blocca il bus vaccinale: “andate via, non si vuole vaccinare nessuno”
Oltre 600 residenti, zero vaccinati. Da quando il vaccino è diventato disponibile nessuno degli abitanti di Alpthal si è vaccinato. Non solo: tutti si dicono orgogliosi della loro resistenza. Sono poco più di 600 i residenti di questo comune svizzero del cantone di Svitto a circa mille metri sul livello del mare, conosciuto fino a pochi giorni fa solo per la sua vista spettacolare sulle Alpi e per essere tra le località di uno dei percorsi europei del Camino de Santiago. Da quando la notizia ha iniziato si è diffusa gli svizzeri hanno soprannominato la gente del posto “i ribelli del coronavirus”. Nella confederazione elvetica è vaccinato il 65% delle popolazione.
I medici che abitualmente frequentano il paese assicurano di averlo consigliato, soprattutto ai pazienti a rischio e agli anziani, ma che non è servito a nulla. L’intera cittadina diffida a tal punto del vaccino che le autorità sanitarie l’hanno inserita nel programma di vaccinazione effettuato tramite autobus, trasformati in centri di vaccinazione e che vanno a vaccinare negli angoli più remoti del Paese. Ma non è servito a niente.
Quando l’autobus è arrivato in città, il sindaco Adelbert Inderbitzin ha parlato a nome deI cittadini, con una frase eloquente: “Torna da dove sei venuto. Non c’è bisogno di vaccini qui.” Per il sindaco Inderbitzin una cosa è certa: chiunque voglia vaccinarsi può farlo nella vicina Einsiedeln. “L’autobus delle vaccinazioni si fermava nella nostra città e aspettava per ore senza che nessuno venisse a vederlo“, sosteneva il suo atteggiamento, “ho risparmiato loro più tempo di attesa perché sapevo che non sarebbe venuto nessuno“.
Massimiliano Fedriga e i vaccini, l'asse con Giorgia Meloni: "Effetti avversi e risarcimento danni"
Vaccino, quarantena, tamponi e risarcimenti. Massimiliano Fedriga, presidente della Conferenza delle Regioni e governatore leghista del Friuli-Venezia Giulia, in una intervista a Il Corriere della Sera, parla a 360 gradi della gestione della pandemia cominciando dall'eliminazione della quarantena per chi ha tre dosi non è rischioso, "gli esperti hanno evidenziato che la terza dose garantisce una grande protezione, soprattutto dalle forme gravi della malattia. Noi dobbiamo concentrarci sulle reali necessità. Altrimenti si finisce per non aiutare nessuno".
La Conferenza delle Regioni "ha proposto di estendere l'uso del green pass rinforzato, ma senza entrare nel merito specifico del lavoro. Per ulteriori implementazioni riteniamo sia necessario attendere", osserva Fedriga. In Consiglio dei ministri su questo punto la discussione è stata accesa, "come è normale che sia. Noi possiamo anche arrivare a quel risultato, ma a due condizioni: escludere chi è esentato per patologie certificate; fare una valutazione sulla legge 210 del '92 affinché venga interpretata in modo tale che lo Stato garantisca il risarcimento ai cittadini che dovessero subire danni dai vaccini". In sostanziale accordo con quanto sostiene da tempo la leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni.
Covid, "italiani positivi chiusi nella toilette dell'aeroporto". La Montaruli (FdI) interroga il ministro Di Maio
“Con una interrogazione parlamentare chiedo al ministro degli Esteri Luigi Di Maio come voglia procedere sugli italiani positivi al coronavirus e bloccati negli altri Stati e approfondire in che modo sono stati e sono trattati". E' quanto denuncia in una nota il deputato di Fratelli d’Italia Augusta Montaruli. Il caso è quello di due ragazzi che sono risultati positivi con tampone in aeroporto a Helsinki.
"Merita un intervento dell’Italia - dichiara la Montaruli - i nostri connazionali devono ricevere un trattamento rispettoso sia dal punto di vista della tutela della salute sia anche della loro dignità e rimanere chiusi in un bagno non è dignitoso. Il silenzio rischia di creare un precedente legittimante di altri trattamenti non adeguati nei confronti dei positivi che non sono ammissibili”.
Vaccini anti Covid sui bambini, medici inglesi: “Fermi subito, danni neurologici e infertilità”
Sui vaccini Covid-19 abbiamo sentito tutto e il contrario di tutto, non è facile formarsi un’opinione e prendere delle decisioni. Non è facile districarsi nel groviglio d’informazioni contraddittorie e spesso false che ci arrivano dai media e ancora meno in un dibattito dove tutti intervengono con giudizi che non vogliono mettere in discussione.
Come sempre, servono risposte, ma le risposte giuste si trovano solo quando si fanno le domande giuste. Per aiutarvi a trovarle abbiamo rivolto una serie di domande a un team di medici inglesi (Unite4Truth), che si è espresso in particolare sulla somministrazione di vaccini Covid-19 a bambini e ragazzi.
Perché se è difficile prendere una decisione informata che riguarda noi stessi, lo è ancor di più avere la responsabilità di scegliere al posto dei nostri ragazzi.
Sentiamo cosa hanno da dirci in questa intervista, dove ad interrogarli è un medico nostrano: il Prof. Giovanni Vanni Frajese, docente universitario e specializzato in endocrinologia.
L’intervista del Prof. Frajese
Prof. Frajese: innanzitutto potete spiegarci chi siete e perché avete pensato di rivolgervi all’opinione pubblica?
Medici inglesi: Siamo un gruppo di medici che operano in Gran Bretagna e desideriamo informarvi delle nostre gravi preoccupazioni in merito alle proposte per somministrare i vaccini COVID-19 ai bambini e ai ragazzi. Problemi documentati, che vengono ignorati da molti operatori sanitari, dai rappresentanti politici e dagli organi di governo. Quelli che, come noi, tentano di esporre la situazione vengono ignorati, licenziati o censurati.
Giuseppe De Donno, riconosciuto in Russia per il sangue iperimmune
La Russia approva la terapia del sangue iperimmune del Dottor Giuseppe De Donno, scoperta rivoluzionaria per guarire il covid a costi ridottissimi, per cui l’ insigne studioso ha dato la vita.
La terapia del Dott. Di Donno approvata in Russia
Il ministero della salute russo ha approvato in via definitiva la terapia del Dottor De Donno del sangue iperimmune, giudicandola sicura e neutralizzante. Fa rabbia che in Italia invece l’illustre medico si sia tolto la vita proprio perché la sua scoperta non veniva riconosciuta e sminuiva l’importanza di altre strade che l’ Europa invece voleva percorrere a qualunque costo. Sentieri impervi la cui debolezza è ora, di nuovo, a distanza di due anni dalla comparsa del virus in Italia, sotto agli occhi di tutti. Al punto che, mentre il governo prosegue nel voler punire chi abbia rifiutato la sperimentazione, negli ospedali invece e in alcune farmacie che fanno i tamponi, si comincia a parlare di pandemia dei vaccinati.
Il farmaco covid, realizzato con il sangue dei guariti dal covid in Russia, ha superato con successo gli studi clinici ed è stato riconosciuto dalla Federazione Russa e dal Ministero della Salute come un salvavita, registrato dalla società statale ‘ Rosfec’.
Vaccino, Adriano Celentano e la cannonata ad Enrico Mentana: "Dalla parte della gente che ha paura"
L'affondo di fine anno, quello di Adriano Celentano, che si ri-palesa su Instagram con un lungo video in cui pontifica su Covid, vaccino, no-vax e trasmissioni televisive. Un affondo che sfrutta le immagini di Controcorrente, il programma di Veronica Gentili in onda su Rete 4, con spezzoni di Maria Giovanna Maglie, del medico Andrea Stramezzi e anche di Fabrizio Pregliasco, il celebre virologo a cui il Molleggiato non fa sconti.
"Lui è così, non sempre ma a volte stona anche quando non canta", picchia durissimo Celentano contro Pregliasco, il riferimento è ovviamente alla performance canora natalizia dell'esperto, che si era esibito a Un giorno da pecora insieme ad Andrea Crisanti e Matteo Bassetti.
Quindi, sulle terapie alternative citate dalla Maglie, il cantante afferma: "Le terapie alternative al vaccino ci sono da tempo, sono sperimentate, ne stanno arrivando di nuove. E quando abbiamo fatto un consesso internazionale per discuterne solo uno era scettico ed era un italiano".
Dpcm, Conte indagato: GIP di Reggio Emilia trasmette gli atti al Tribunale dei Ministri
Per il Tribunale di Reggio Emilia i DPCM di Conte potrebbero costituire delitto di sequestro di persona.
Ai tempi del lockdown vi avevo invitato a scaricare e depositare la mia denuncia all’allora Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte (clicca qui per leggerla). Comprimere la libertà perso
nale dei cittadini italiani, mettendo il Paese ai domiciliari, era infatti una misura completamente illecita in una democrazia. Fu il primo grave strappo allo stato di diritto in nome della pandemia.
Nei mesi sono arrivate decine e decine di archiviazioni, speso con motivazioni surreali. Poi ieri la lieta sorpresa. Con ordinanza depositata il 27 dicembre il Tribunale di Reggio Emilia, facendo proprie gran parte delle mie considerazioni ha trasmesso gli atti alla Procura della Repubblica di Bologna, ritenendo correttamente competente sul caso il Tribunale dei Ministri.
Luigi Di Maio, imbarazzo per gli italiani chiusi in bagno all'aeroporto di Helsinki: "Chiamiamo la Farnesina, tutto tace"
Quarantena in toilette. Accade davvero a due italiani bloccati in un bagno dell'aeroporto di Helsinki, in Finlandia. La coppia, un ragazzo e una ragazza campani, erano partiti per la Lapponia quando sono risultati positivi al Covid. Per questo Fabio Maria e Valentina sono stati costretti a rispettare il periodo predisposto, finendo per trascorrerlo in un bagno pubblico.
Il motivo per cui la giovane coppia non sia stata ancora trasferita in un luogo più adatto, come un Covid hotel, non è dato sapersi. Certo è che il ministro degli Esteri Luigi Di Maio potrebbe anche battere un colpo. A chiedere delucidazioni in merito all'accaduto, l'onorevole Augusta Montaruli che ha già presentato un'interrogazione. La parlamentare di Fratelli d'Italia ha chiesto infatti "come voglia procedere sugli italiani positivi al coronavirus e bloccati negli altri Stati e approfondire in che modo sono stati e sono trattati".
Boom di alimentari, così i bangla si sono presi Roma
Nemmeno la crisi del commercio causata dalla pandemia ha fermato l'espansione nella Capitale dei minimarket gestiti dai bengalesi. Un fenomeno che ha dell'inspiegabile. Mentre gli alimentari di proprietà di italiani sono stati decimati circa 200 hanno chiuso bottega in due anni -, quelli dei nati in Bangladesh sono addirittura cresciuti. Secondo i dati della Camera di Commercio di Roma, nel 2019 (ossia prima del Covid) erano 871; alla fine del 2020, dopo due ondate di contagi, sono aumentati di 134 unità, fino ad arrivare a 1.005; infine nel terzo trimestre del 2021 si è registrato un ulteriore incremento di 87 unità, per un totale di 1.092 minimarket attualmente attivi nella Capitale. Dall'inizio dell'emergenza sanitaria a oggi, quindi, ci sono 221 alimentari gestiti da bengalesi in più. D'altronde basta girare in città per avere un riscontro visivo ai numeri: in una stessa strada si possono trovare negozi della stessa tipologia uno a fianco all'altro, spesso vuoti e senza clienti; ad esempio a via di Valle Melaina, che non rientra nelle zone della movida, ce ne sono 3 in circa 500 metri. Gli orari di apertura - più flessibili, prolungati o notturni - li agevolano ma non sono sufficienti a spiegare questo trend.
“Uccidere la regina Elisabetta”: il video del 19enne armato a Windsor
“Cercherò di uccidere la regina”, così si vede in un video che, come riporta l’Ansa, sarebbe allo studio della polizia britannica, circa un collegamento con il 19enne trovato armato nei giardini del castello di Windsor proprio nel giorno di Natale.
“Uccidere la regina”. Il ragazzo viene fermato durante il discorso di Natale
Come riportava la notizia del Tempo e di altri media, il 19enne di Southampton è stato fermato nei giardini di Windsor, armato di pistola, mentre la regina pronunciava il discorso tradizionale del Natale, ed era stato arrestato con l’accusa di ingresso in un sito protetto oltre che di possesso di arma offensiva. Elisabetta, vestita di rosso, ha pronunciato il discorso con al suo fianco una foto di lei con il principe Filippo. A destra, la spilla con un crisantemto di Zaffiro. È stata la prima festività senza il marito, scomparso nell’aprile del 2021.
Il video
Il video “Uccidere la regina”, pubblicato dal The Sun, mostra una figura mascherata che dichiara quanto segue: “Mi dispiace per quello che ho fatto e quello che farò, cercherò di assassinare la Regina Elisabetta, per vendicare quelli che sono morti nel massacro del Jallianwala Bagh”. Questo passaggio iniziale si riferisce al 13 aprile del 1919, come si legge dalla ricostruzione del Fatto Quotidiano, quando vennero uccise e ferite centinaia di persone da militari britannici che aprirono il fuoco sui dimostranti. La figura mascherata si dice pronta a vendicare “anche quelli che sono stati uccisi, umiliati, discriminati per la loro razza, io sono un indiano sikh. Il mio nome era Jaswant Singh Chail, ora è Darth Jones“.
Joe Biden, l'inetto: donne sottomesse e schiave. Il disastro peggiore del presidente Usa
Il prezzo più alto della fuga di Joe Biden dall'Afghanistan lo stanno pagando i più deboli, ovvero i bambini, prime vittime della carestia e della crisi che attanaglia il Paese affamato dalle politiche inette dei talebani e dal congelamento ritorsivo dei beni esteri da parte dei Paesi Occidentali, Stati Uniti su tutti; e le donne contro le quali si stanno accanendo con le loro regole retrograde gli studenti coranici ormai liberi di esprimere il peggio di sé. Alle donne appunto è stato da ieri vietato di allontanarsi da casa e quindi di viaggiare per oltre 45 miglia, ovvero 72 chilometri, a meno che non siano accompagnate da un uomo della famiglia.
Lo ha stabilito il ministero della Promozione della virtù e della prevenzione del vizio che in aggiunta ha dissuaso i taxi o qualsiasi altro autista a non accettarle sui loro veicoli a meno che non indossino il "velo islamico", presumibilmente il burqa dal momento che tutte le donne afghane già portano almeno l'hijab. Lo stesso illuminato ministero nei giorni scorsi aveva impedito alle emittenti locali di trasmettere soap opera con donne nel cast e aveva invitato le giornaliste a indossare il velo senza eccezioni. Sono i primi pesanti passi verso l'introduzione di regole ancora più restrittive in linea con una radicale interpretazione della sharia islamica, come quelle vigenti nel corso del primo governo talebano tra la fine del secolo scorso e l'inizio di quello attuale, quando alle donne era fatto divieto di uscire di casa senza un tutore, di lavorare in ufficio, e perfino di studiare, pena severi sanzioni che potevano variare dal carcere alla lapidazione a seconda della gravità dello sgarro.
La rivoluzione del Sudafrica contro la variante Omicron: addio quarantena e tracciamento
Il governo del Sudafrica dà un’importante svolta alla gestione del Covid, con una decisione senza precedenti da quando è iniziata la pandemia. L’esecutivo dello stato africano ha ascoltato i consigli degli scienziati e ha deciso di interrompere la ricerca di contatti dei positivi al virus con effetto immediato, ad eccezione dei casi in cui le infezioni vengano evidenziati in ambienti chiusi come ad esempio le carceri, le case di riposo e i centri per bambini. Il Dipartimento della Salute ha pubblicato giovedì sera i nuovi protocolli di ricerca dei contatti, della quarantena e dell’isolamento.
La variante Omicron ha cambiato gli scenari sul Covid ed è segnalato un alto numero di casi asintomatici, con solo una piccola parte delle infezioni che è stata in seguito confermata attraverso test di laboratorio. Il governo ha stabilito che tutti i contatti stretti di un positivo non debbano fare il tampone obbligatorio a meno che non abbiano iniziato a mostrare dei sintomi. Tutte le quarantene devono cessare con effetto immediato. Si resterà in isolamento soltanto se si è risultati positivi, rimanendo lontani dalla vita sociale per 10 giorni. I datori di lavoro sono invece tenuti a considerare lo stato di salute della persona prima di richiamarlo al lavoro, anche se l’isolamento è terminato. Una volta completato il periodo obbligatorio di isolamento, non sono più necessari altri test per il ritorno alla vita.
L'ex super-virologa Capobianchi senza pietà: “Sul Covid troppi esperti improvvisati, hanno fatto macello”
Ancora scontri tra esperti sul Covid. Stavolta a bastonare i colleghi è Maria Rosaria Capobianchi, 68 anni, ex direttrice del laboratorio di Virologia dell’Ospedale Lazzaro Spallanzani di Roma che agli albori della pandemia per primo isolò il coronavirus SARS-CoV-2. In un’intervista al Corriere la virologa non ha pietà degli esperti televisivi: “Un po’ di macello l’hanno fatto tanti miei colleghi battezzati virologi sul campo a furor di popolo: epidemiologi, infettivologi, igienisti che si sono messi a parlare in tv senza competenze virologiche, dando fuoco alle micce. Virologi e microbiologi, almeno la maggior parte, invece sono rimasti in laboratorio a lavorare. Anche i media hanno contribuito ad aumentare la confusione, per ragioni di audience. Ma qui non si tratta di garantire la libertà d’informazione, qui c’è in ballo la salute pubblica e la comunicazione deve avere una regia per non disorientare la gente”.
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MARATONA 2022 con ben 230 CORTOMETRAGGI proiettati
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