Frode e truffa negli appalti della Salerno-Reggio: 9 arresti e 13 milioni sotto sequestro

Urbano Cairo "mister Corriere e La7" demolisce Renzi: "La sua menzogna"

"C'era Renzi al governo negli ultimi tre anni", spiega Urbano Cairo quando viene interpellato sulle ragioni della continua crescita del Movimento 5 Stelle. Una frase sibillina, con cui, in un'intervista concessa a Linkiesta, lascia intendere che la responsabilità del botto grillino sia anche dell'ex premier. E Cairo, poi, passa all'attacco diretto dell'ex premier. Gli chiedono se non è soddisfatto da quanto ha fatto, e lui risponde: "Quando Renzi si affacciò alla scena nazionale, pensavo potesse essere una risorsa importante. In un'azienda, un amministratore delegato generalmente sta in carica per tre anni. In questi tre anni, Renzi ha investito, ma in termini di fatturato, utili e sviluppo non si sono viste cose splendide - sottolinea -. La Spagna ha fatto meglio, per dire.

Renziani: l'ultima tentazione: intesa col M5s sulla legge elettorale

Boschi "preoccupata" per i tempi. Altolà del Colle: col doppio Consultellum niente urne. C'è un tema trasversale, a parte le beghe interne di ognuno, che aleggia come un'ombra sulla politica italiana.  Tra frenate, ripensamenti, e ritrosie, l'accordo sulla legge elettorale è ancora lontano dal vedere la luce. Dopo il 4 dicembre che ha schiantato Renzi e la bocciatura dell'Italicum da parte della Corte Costituzionale, i partiti discutono, la «palude» evocata da tutti come uno spettro è vicina, mentre le elezioni si allontanano. Così, Maria Elena Boschi ammette di «essere preoccupata», l'ex premier Matteo Renzi si dichiara «ostaggio» e i renziani in Parlamento sono tentati da un approccio trasversale, appunto, con Forza Italia o il M5s.

Lavorare per pagare Equitalia. Il nuovo fisco è poco "umano"

Renzi festeggia la rottamazione delle cartelle: ogni giorno aderiscono in 15mila. 600mila italiani lavorano per pagarle. Il fisco italiano diventa buono, ma solo a posteriori. La notizia del boom della rottamazione non è sfuggita a Matteo Renzi che ieri via Facebook si è preso la rivincita su chi gli diceva che la quasi sanatoria delle cartelle esattoriali era merce di scambio per il referendum.  Qualche anno fa, ha scritto l'ex premier, Equitalia faceva notizia «per i suicidi di piccoli imprenditori o risparmiatori vessati dai pagamenti. Oggi Equitalia, che a luglio sarà definitivamente chiusa grazie alla nostra riforma, fa notizia perché 600mila cittadini hanno deciso di aderire alla rottamazione delle cartelle e la metà di loro lo ha fatto online. Quindicimila richieste al giorno». È «il modello di Fisco 2.0» che serve al Paese, dice Renzi.  Difficile considerare una riforma strutturale il successo di una mezza sanatoria. La rottamazione non risolve la tragedia di un fisco eccessivo e penalizzante.

“Via crucis burocratica. I soldi? Dopo un anno”. Garanzia giovani nel caos. Ma il governo rilancia

Le storie: “Non ho ricevuto neanche l’attestato di partecipazione al corso”. “In attesa di risposte da mesi”. Nonostante problemi e ritardi, l’esecutivo annuncia la fase due del programma per i ragazzi inattivi. Al ministero del Lavoro non hanno dubbi. “Garanzia Giovani? Certo che ci crediamo ancora”. Ed è per questo che il governo italiano, d’accordo con l’Unione Europea, ha deciso di rilanciare il programma inaugurato l’1 maggio 2014 con l’obiettivo di avvicinare i giovani inattivi tra i 15 e i 29 anni al mercato del lavoro. Nuovi fondi e nuove regole, dunque. Ma in rete c’è già chi, ironicamente, parla di “accanimento terapeutico”, scherzando sul sostanziale fallimento fatto registrare in molte parti d’Italia dal programma.

Sara Manfuso risponde agli attacchi del Pd: "In tv c'è posto per tutti"

"Penso che ci sia posto per tutti". Michele Anzaldi, deputato Pd e capo della Comunicazione renziana, sta provando a staccarle la spina (della tv): "Non parla a nome del Pd". Sara Manfuso, laurea in Filosofia, percorso politico diverso da quello del compagno Alfredo D’Attorre, dice di essere innanzitutto sorpresa. "Ho letto con sorpresa le dichiarazioni di un deputato Pd che sottolinea un dato scontato, ovvero che non parlo a nome del partito", spiega a Libero. "La mia relazione con D'Attorre e la diversità delle nostre scelte ha destato interesse e curiosità", ammette. Ecco perché tutta quell'attenzione. "Ho accettato inviti e rilasciato interviste, del tutto spontanee, precisando di essere una semplice - ma convinta - neoiscritta al Pd e colto l’occasione per sostenere le battaglie della mia associazione I Woman, a sostegno delle donne", aggiunge. C’è stato un editto bulgaro targato Pd? "Penso che per iniziative nel Dna del partito, in tv ci sia posto per tutti".