Musica, Sergio Caputo fa a pezzi i Social nel segno degli anni ’80
Ci sono legami indissolubili, come quello che lega Sergio Caputo agli anni ’80 e alla musica quegli anni. Dal suo brano più noto, “Un sabato italiano”, divenuto cult, sono passati 35 anni e oggi il cantautore romano presenta l’album Oggetti smarriti, anticipato dal singolo Scrivimi scrivimi. Caputo, un irregolare della prima ora, una militanza di destra nel Fronte della Gioventù, ha scelto di riproporre canzoni (“Oggetti smarriti”) che, non essendo mai state scelte come singoli dei vari album nei quali furono pubblicati, non ottennero l’attenzione dei media, pur essendo oggi molto amati dal pubblico. Brani che, in questi anni, Caputo ha spesso proposto dal vivo anche in versione unplugged e che, nell’album, rivivono con lo stesso spirito, suonati voce e chitarra e accompagnati da una ritmica minimalista, fatta eccezione per Scrivimi Scrivimi, che ha un sound più ricercato.
Renato Zero all’attacco: «Carceri affollate? Gli immigrati sono troppi»
Renato Zero come non te lo aspetti in un’intervista all’Huffington Post. «Non possiamo continuare – dice l’artista al quotidiano online diretto da Lucia Annunziata – ad assorbire l’arrivo di persone da altri Paesi non avendo le strutture adeguate per riceverle». Da una parte c’è l’Italia con i suoi problemi e con le sue angosce per il futuro di tanti giovani e di tante famiglie, dall’altra – dice sempre Zero – c’è «questa Europa che fa tanto la signora, soprattutto, tedeschi e francesi, che però si defilano davanti al problema: perché non si accollano anche loro l’assorbimento di questi flussi migratori di extracomunitari?»
Salvini: su sicurezza Bis abbiamo vinto
"Grazie alla Lega reinserite le norme sulle forze dell'ordine". "Vittoria su tutta la linea! Grazie all'insistenza della Lega, sono stati riammessi tutti gli emendamenti a favore di Polizia e Vigili del Fuoco al Decreto Sicurezza: buono pasto, ore di straordinario, vestiario e uniformi, manutenzione di caserme, nuove sedi". Lo scrive il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, su Facebook.
I colori nell’Ebdòmero di Giorgio De Chirico
Facendo un semplice conteggio di quanti e quali colori De Chirico utilizza nell’Ebdòmero, ne emerge un uso che ruota attorno al rosso, verde, azzurro, bianco e nero. Questi sono i colori preponderanti ed è possibile stabilire una correlazione tra la loro presenza e il significato che attribuiscono a ciò a cui fanno riferimento. Si può notare, infatti, come a ogni colore si possa assegnare un valore di “negatività” o di “positività”, alcune volte evidentemente espressa, altre implicita. Di seguito verranno presi in esame singolarmente i vari colori e la funzione che assumono nel testo rendendo evidente come la loro presenza risulti perfettamente funzionale e coerente al tessuto del discorso.
Spazi metafisici di Giorgio De Chirico
“Schopenhauer e Nietzsche per primi insegnarono il profondo significato del non senso della vita e come tale non senso potesse venire tramutato in arte”. Quest'affermazione di De Chirico riassume una concezione dell'arte moderna fortemente innovatrice, di cui egli per primo in Italia fu portatore. Egli infranse la concezione estetica dell'arte figurativa, ricercando nuove forme espressive non necessariamente collegate alla congruità degli elementi della rappresentazione. La pittura metafisica in effetti assembla gli oggetti, li decontestualizza, li immerge in atmosfere e visioni mentali imprevedibili, quasi oniriche. Oltrepassando la soglia della pura visibilità ed attingendo all'enigmatica insensatezza delle correlazioni percettive, opera per associazioni stranianti ed emblematiche.
L’esperienza di un’avanguardia discussa: il caso De Chirico, la Metafisica e il disimpegno politico
Con l’introversa e solitaria figura di Giorgio de Chirico, anche la pittura metafisica anticipò un distacco dalle altre tendenze della sua epoca, percorrendo una strada originale che non aveva però nulla in comune con Futurismo, Espressionismo o Cubismo. A causa della sua chiara figuratività, la pittura metafisica, sembra immune da qualsiasi rinnovamento del linguaggio pittorico tradizionale, tanto che da alcuni studiosi essa è stata tenuta fuori dalle avanguardie, sebbene la sua lezione abbia fornito importanti elementi per la nascita dell’ultima avanguardia storica: il Surrealismo. Non a caso Alberto Savinio, fratello di de Chirico e teorico della Metafisica, dichiarò con orgoglio e con consapevolezza che André Breton, il maestro del Surrealismo, avesse asserito che i fratelli de Chirico erano i padri della rivoluzione artistica non solo metafisica del Novecento[1]
Da Aldo Fabrizi, amico di Almirante, a Walter Chiari: gli artisti insospettabili che votavano Msi
Il Msi fu prima di tutto una comunità. Litigiosa sicuramente, ma coesa e intellettualmente vivacissima. E perciò seducente. Il Movimento Sociale Italiano, nonostante una fiorente (e recente) letteratura si ostini a dipingerlo come un ghetto di irriducibili tromboni o di sognatori decontestualizzati, ebbe la capacità di confrontarsi con il mondo, con le intelligenze e con i sogni e le speranze di generazioni di italiani. Artisti, attori, cantanti, sportivi. E poi professionisti, accademici, ufficiali e uomini di cultura. In tanti, e comunque più di quanto si possa pensare, seppero sfidare il conformismo e l' ostilità che per decenni ha circondato il Msi e i suoi simpatizzanti. Che magari, dopo una militanza giovanile e non solo giovanile, presero altre strade senza mai rinnegare ideali o semplici simpatie. A cominciare da un' icona come Paolo Borsellino. (...). Borsellino fu dirigente del Fuan a Palermo, da giovane studente di giurisprudenza. E, dopo la sua morte, il collega Giuseppe Ayala ricordò come, ancora nella procura di Palermo si scherzasse - magari abbozzando un divertito saluto romano entrando nella sua stanza - sull' orientamento politico di Borsellino, rimasto immutato dai tempi dell' università.
Jovanotti adesso piace anche a destra
Bizzaro itinerario, quello di Jovanotti - Lorenzo Cherubini: prima bistrattato dalla critica “seria” - che lo sbeffeggiava quando divertiva e si divertiva nei panni dello scanzonato, spensierato e disimpegnato ragazzotto il cui grido di battaglia era «Uno, due, tre, casino!»; poi quasi beatificato dagli stessi critici che prima lo avevano ricoperto di sarcasmo e contumelie, e quindi assurto a maitre-à-penser della sinistra “ggiovane”; oggi - anzi ieri, 17 maggio - “sdoganato” dal “Secolo d’Italia”, il quotidiano di Alleanza Nazionale, che presentando e recensendo “Capo Horn” - l’ultimo album di Lorenzo; 240.000 copie prenotate ad oggi - scrive testualmente: «Il rapper romano-cortonese rinuncia a vestire i panni del santone-predicatore della sinistra che si era trovato, suo malgrado, a impersonare negli anni scorsi.
Video shock: le "risorse" della Boldrini
Ecco l’immigrazione della sinistra "buonista": se preso dalla polizia, sicuramente poi sarà scarcerato come la capitana, perchè questo bravo ragazzo risulterà minorenne e da bravo bambino pensava ingenuamente di giocare al famoso gioco "rompi e scappa" che tanto i cocci non sono suoi. Vergogna, a lui e a chi lo ha fatto entrare in Europa! Io gli farei fare il parcheggiatore dentro il Vaticano, vediamo se Papa Francesco riconosce la professionalità del clandestino che possiede delle ottime doti: ha un buon colpo d’occhio ed è molto agile: da avvisare il Papa che il tizio in questione è un islamico, quindi gli può pure lavare i piedi anche se puzzolenti... (di A. Vitale)
Salvini: è evidente che siamo scomodi
E siamo minacciati quotidianamente con proiettili. "In Europa si distribuiscono poltrone a tutti tranne ai leghisti, il partito più votato d'Europa perché sono razzisti, populisti, prendono soldi in Russia, negli Stati Uniti, in Africa, in Groenlandia. Zero, zero. Chiunque dica il contrario mente sapendo di mentire. Siamo scomodi, mi è evidente. Siamo indagati, ascoltati e processati in Italia e non solo.
Gli arrivi di migranti irregolari in Europa sono ai minimi da 5 anni
I dati di Frontex parlano di un calo del 92% rispetto al picco del 2015. In fortissima flessione i flussi dalla Libia. Nel 2018 gli irregolari che hanno attraversato i confini europei sono stati circa 150 mila, il livello più basso degli ultimi 5 anni. Lo scrive Frontex, l'Agenzia Ue per la Guardia di frontiera e costiera. Rispetto al picco del 2015, il dato del 2018 registra un calo del 92%. Il risultato del 2018 si spiega con il crollo degli arrivi sulla rotta del Mediterraneo centrale verso l'Italia, che registra complessivamente circa 23 mila arrivi (-80% rispetto al 2017). Nel Mediterraneo centrale per trovare un flusso di arrivi così ridotto bisogna risalire al 2012. Crollano i flussi dalla Libia.
Sea Watch, Giorgia Meloni: "Il piano per eliminare i confini nazionali. Ecco perché deve essere demolita"
Attorno alla Sea Watch si sta combattendo una battaglia epocale che avrà conseguenze per il futuro della sovranità dell'Italia e di tutti gli Stati nazionali. Per questo oggi non ci può essere alcun cedimento sul comportamento illegale della nave della Ong tedesca battente bandiera olandese e lo Stato deve ribadire con fermezza il suo sacrosanto diritto di stabilire con proprie leggi le politiche sull'immigrazione che intende adottare. Il messaggio deve arrivare chiaro e forte a chi vorrebbe negare la sovranità dello Stato nel presidiare i propri confini, perché la quesitone Sea-Watch 3, infatti, ha una valenza ben più vasta di quanto si possa credere.
Sea Watch, anche Giorgia Meloni vittima di attacchi sessisti
La vicenda della SeaWatch – la nave della Ong approdata a Lampedusa con a bordo 43 migranti la mattina del 29 giugno – continua a scatenare reazioni spropositate, sia in rete che offline. L’ultima vittima è Giorgia Meloni, leader del partito di destra Fratelli d’Italia. Prima è stato il turno della capitana della Sea Watch 3, Carola Rackete, che ha raccolto sia encomi che critiche e insulti online ed è stata ferocemente apostrofata al suo arrivo al porto di Lampedusa. Poi è arrivato il momento di Emma Marone: la cantante aveva pubblicato su Instagram il video di Open che mostrava gli insulti piovuti su Rackete nel momento in cui è scesa dalla nave. Questo gesto – il video era accompagnato da una didascalia critica – le è costato una valanga di insulti sui social. Ma, evidentemente, gli odiatori esistono da entrambe le parti: sia tra chi è anti-immigrazione e vorrebbe che i porti fossero chiusi sul serio, sia tra chi invece vede in Carola Rackete e, più generalmente, nell’operato delle Ong nel Mediterraneo, un esempio positivo da seguire.
Sea Watch, Giorgia Meloni minacciata sui social: «Affondiamola con un sasso»
«Affondiamo lei con un bel sasso legato al collo». «E poi muori, Giorgia. Hai rotto i c...con la tua demenza». «Meglio che fai tanto yoga così pratichi a stare con la testa in giù». «Fascista di merda, ammazzati». «Puttana fascista, ti devono sbranare i cani».«Farai la fine del sorcio topo di fogna Mussolini». Giorgia Meloni nel mirino degli haters. In un tweet ha pubblicato un collage degli insulti ricevuti sui social. «Questi sono solo alcuni dei commenti che in questi giorni mi hanno rivolto sui social i vari sostenitori dell'accoglienza indiscriminata relativamente ai fatti della #SeaWatch3. Quelli che "restiamo umani" e "rispettiamo le donne"». Ormai è una guerra di insulti e minacce. ll caso della SeaWatch e della capitana Carola Rackete ha scatenato un'ondata d'odio sui social inarrestabile. La più colpita, la capinata a cui in tanti hanno augurato lo stupro, e quanti l'hanno difesa sono finiti nel tritacarne degli odiatori, comprese le cantanti Emma Marrone e Paola Turci. Ma i commenti rabbiosi arrivano da una parte e dall'altra, come fa notare l'onorevole Meloni, e non c'è modo di fermarli. E a farne le spese della cattiveria social e degli insulti sessisti sono ancora una volta le donne, qualunque sia il loro pensiero.
Assessore Pd posta foto di Giorgia Meloni a testa in giù: la leader di FdI la querela
«Questa signora che mi vorrebbe morta a testa in giù perché voglio difendere i nostri confini è assessore del Partito Democratico a Reggio Emilia. Lo stesso Pd di Reggio Emilia che si è affrettato a esprimere solidarietà al (proprio) sindaco di Bibbiano arrestato per lo scandalo legato alle violenze sui bambini e che sta tentando in tutti i modi di minimizzare quanto emerso». È con queste dure parole che la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni ha commentato il post condiviso dall’assessora Pd Valeria Montanari che ritraeva una foto della Meloni ruotata a testa in giù. «La loro abitudine è questa – scrive Giorgia Meloni – zittire in ogni modo chi prova a raccontare le verità per loro scomode. Non mi stupisce. Tuttavia mi piacerebbe sapere cosa pensa Nicola Zingaretti di un suo assessore che dichiara pubblicamente di volermi appesa a testa in giù».
Perchè Mario Balotelli è l’unico leader credibile del centrosinistra?
E poi arrivò il giorno in cui, sommando i seguenti fattori – attenzione dei media + dire qualcosa di sinistra + sentiment popolare + attitudine – Mario Balotelli è divenuto il leader del centrosinistra Italiano. Ma come siamo arrivati a tutto ciò?
FdI indica Squarta per presidenza Umbria
Il presidente di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni, ha proposto al centrodestra Marco Squarta come candidato alla guida dell'Umbria nelle prossime elezioni regionali. "Lo conosco da vent'anni - ha detto - ed è una persona seria e competente, con un bagaglio di esperienza importante in politica a dispetto dell'età". "Propongo il suo nome agli alleati del centrodestra" ha affermato ancora Meloni. "La scelta concertata del candidato alla presidenza della Regione - ha proseguito - sarà un momento importante per trovare unità e compattezza nella coalizione che andrà a governare l'Umbria". Per la presidenza dell'Umbria il leader della Lega Matteo Salvini ha già indicato la senatrice Donatella Tesei mentre la sen. Fiammetta Modena, FI, ha fatto il nome del sindaco di Perugia Andrea Romizi.
Non ci sono soldi, nemmeno nel pubblico. Ma non è tutta colpa della corruzione
Paolo Flores D’Arcais ha scritto su MicroMega una cosa che mi ha colpito: “Una forza politica di governo ha diritto a definirsi di sinistra se, e solo se, con il suo agire riduce ogni giorno, quanto più drasticamente possibile, le diseguaglianze. Questo è l’unico criterio. E semmai lo scarto tra il fare (o non fare) e il dire”. Nei primi decenni del dopoguerra le forze politiche “di sinistra” (dal Pci e dal Psi a quelle più moderate come il Psdi) e i sindacati avevano come obiettivo comune proprio il superamento delle diseguaglianze. E le loro lotte resero possibile quel meccanismo di “ascensore sociale” il cui arresto (per le crisi internazionali, la globalizzazione e ragioni interne) ha provocato la crisi della sinistra e quel diffuso sentimento di “rancore” in cui Giuseppe De Rita vede la causa prima della vittoria delle forze populiste.
Pif: "Se sei ricco è facile esser di sinistra: non hai i problemi dei poveri, non hai il migrante come vicino"
L'attore e regista ospite a Radio Capital: "Saviano? È uscito il lato infantile di Salvini. La gravità è pensare 'tu sei contro di me e ti levo la scorta'. "Se sei ricco è facile essere di sinistra perché non hai i problemi dei poveri, non hai il rom o il migrante come vicino". In un'intervista rilasciata al programma "Circo Massimo", di Radio Capital, Pierfrancesco Diliberto, in arte Pif esprime la sua opinione sull'attuale situazione politica e sul crollo della sinistra alle recenti elezioni. "Una volta", continua il regista, "nelle zone più disagiate la gente era di sinistra nonostante fosse povera, anzi forse proprio per quello. Il Pd? C'è bisogno di un lavoro lungo, non immediato. Bisogna ritornare sui territori, e non si può ricominciare in poco tempo. Anzi, è più sano perdere tempo". Per Pif, il Partito Democratico ha "l'obbligo morale di sedersi al tavolo. E invece è successo quello che tutto sommato era immaginabile: il governo poteva avere un equilibrio pendente a sinistra e invece ce l'ha a destra".
Ds: il partito non esiste più, ma risulta indebitato per 156 milioni
Dopo la nascita del Pd, le casse di Margherita e democratici di sinistra sono rimaste separate. Il partito di Rutelli si è trovato a fare i conti con il caso Lusi, mentre quello di Fassino ha ereditato i debiti del Pci-Pds. Una montagna di soldi. E ci sono ancora 49 persone a libro paga del partito, che può contare su 2399 immobili. Per l’Italia s’aggira uno zombie con 150 milioni di debiti. Lo zombie si chiama Ds, la sigla di un partito che non c’è più ma presenta bilanci come se fosse vivo e vegeto. Basta dare un’occhiata ai conti del 2011, resi noti proprio ieri, e si scopre che i Democratici di sinistra nuotano ancora in un mare di debiti. In totale fanno 156,6 milioni di euro e in cima alla lista dei creditori troviamo alcune delle più grandi banche nazionali.