«Servi dei padroni»; «Venduti», «I fascisti siete voi». A Milano, durante le manifestazioni per lo sciopero generale, indetto dal sindacalismo di base, i Cobas, in buona compagnia di Potere al Popolo, Partito comunista e Rifondazione, hanno fronteggiato i “colleghi” della Cgil, non solo senza manifestare alcuna solidarietà per l’assalto subito a Roma, ma rivolgendo loro accuse e insulti.
Cobas e comunisti fronteggiano la Cgil
Local Team ha documentato la contestazione, in questo day after contrassegnato invece da solidarietà unanimi. Nel video, filmato davanti alla Camera del Lavoro, si vede il fronteggiamento dei due gruppi, fra i quali non sono mancati inviti reciproci a un incontro maggiormente ravvicinato.
Lollobrigida: «Niente etichette ai No Green Pass. A Milano la metà erano anarchici e antagonisti»
Un atto squadrista e fascista l’attacco alla Cgil? «Lo stabilirà la magistratura che sta indagando sui fatti di Roma ma anche di Milano, dove pare che la metà dei denunciati sia legata all’area anarchica e antagonista». Francesco Lollobrigida, in un’intervista a La Stampa invita alla cautela.
Il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera rammenta i fatti. Ovvero che «non c’è solo l’estrema destra. Il punto però è che spesso sono i soliti noti a creare disordini: persone a cui viene consentito di andare in piazza anche se non potrebbero, con forme di controllo poco idonee».
Lollobrigida alla Cgil: “Un atto naturale per chi crede nella democrazia”
Ieri Lollobrigida si è recato davanti alla sede nazionale della Cgil per portare la solidarietà di FdI. «Un atto naturale per chi come noi crede nella democrazia e nella Costituzione. È chiaro che si tratta di un sindacato non vicino a noi politicamente» e che «con la Cgil ci siamo anche trovati concordi sulle critiche al Green pass. Poi, ci sono questioni politiche su cui siamo distanti, come quando ha parlato dello ius soli, che peraltro con la vicenda specifica c’entra poco».
Non tornerei mai in tv, la seconda vita di Marco Predolin
«Tu sei slavo» gridavano con un po’ di disprezzo i compagni di scuola al piccolo Marco. Essere chiamati «slavi» non era una gran bella cosa negli anni sessanta provenendo da un territorio, quello della Venezia Giulia, che è stato per anni oggetto di battaglie di appartenenza. La storia dell’Istria e della Dalmazia è una storia che parla di Roma e di Venezia. Fu Giulio Cesare a fondare, dopo Trieste (Tergeste), le colonie di Pola (Pietas Julia) e Parenzo (Julia Parentium); fu Augusto a portare i confini dell’Istria fino al Quarnaro e a creare le Decima Regio Venetia et Histria, che si espandevano dall’Oglio all’Arsa e dalle Alpi al Po. Trieste fu collegata a Pola attraverso la via Flavia che raggiungeva poi Fiume (Tarsatica). Un’iscrizione d’epoca augustea reperita nei pressi di Fiume dice «Haec est Italia Diis sacra». Roma lasciò splendide testimonianze nel colle Capitolino e nel teatro di Trieste, nell’Arena di Pola, nell’arco di Fiume, nel Foro di Zara e nel palazzo di Diocleziano di Spalato. Ma quel sogno iniziale di avere Istria e Dalmazia appartenenti all’Italia e alla Venezia Giulia durò finché il diktat di pace del 10 febbraio 1947, imposto al termine della seconda guerra mondiale, dalle potenze vincitrici, strappò l’Istria, Fiume e Zara e le isole all’Italia, consegnandole alla Jugoslavia di Tito. Marco Predolin è stato uno dei personaggi televisivi più celebri e amati negli anni ottanta e novanta ma la sua storia familiare parte da quella terra che fu oggetto di sanguinose battaglie e, soprattutto, fu teatro di uno dei crimini più violenti della storia dell’umanità: le foibe. Soltanto nel nuovo secolo e con la legge del 30 marzo 2004 numero 92, venne istituito il 10 febbraio «il Giorno del Ricordo».
Gualtieri, l’amico dei centri sociali: “Voglio sgomberare CasaPound”
“Voglio sgomberare CasaPound“: non è ancora ufficialmente sindaco di Roma, ma Roberto Gualtieri è il degno successore di Virginia Raggi. “Ne ho già parlato con il governo. Voglio procedere immediatamente”. Così il candidato per il centrosinistra si inserisce nel solco del tormentone della Raggi, ossessionata dallo sgombero del palazzo in via Napoleone III, nel centro della Capitale. Immobile che oltre ad ospitare decine di famiglie in emergenza abitativa è da diversi lustri un punto di riferimento sociale e culturale per il quartiere.
Gualtieri come la Raggi: “Voglio sgomberare CasaPound immediatamente”
“Parlerò con la sindaca dei dossier aperti, perché dobbiamo partire immediatamente con l’attività di governo a partire dalla candidatura Expo”, ha detto Gualtieri. In occasione di una visita al mercato rionale di Centocelle e alle case popolari di Tor Sapienza, l’ex ministro Pd dell’Economia fa sua l’ossessione che fu della Raggi. “Queste case hanno bisogno di manutenzione – dice Gualtieri a Tor Sapienza -. Noi interverremo subito per rendere utilizzabile il bonus 110% e rimettere a posto tutte le case popolari del comune di Roma”. Poi, quando gli chiedono del dossier CasaPound e se intende procedere con lo sgombero come intendeva fare la Raggi, Gualtieri conferma che da sindaco sgomberare l’immobile sarà una assoluta priorità.
“Non fu lui a portare la droga”. Caso Morisi verso l’archiviazione (tanto ormai le elezioni sono passate)
“Non fu lui a portare la droga dello stupro“: verso l’archiviazione l’indagine per cessione di stupefacenti che vede coinvolto Luca Morisi, l’ex responsabile della comunicazione sociale della Lega. Secondo quanto riporta il Corriere della Sera, il contenuto delle chat con Petre Rupa (“Nicolas”) e “Alexander” prese in esame dagli inquirenti sembra infatti scagionare l’ex capo della “Bestia” social di Matteo Salvini. Tali chat infatti proverebbero che non fu lui a portare la boccetta con il Ghb, la cosiddetta droga dello stupro, in Corte Palazzo a Belfiore.
Morisi scagionato dalle chat: “Non fu lui a portare la droga”
Nel registro degli indagati sono attualmente iscritti uno dei due ragazzi rumeni, Petre Rupa, e lo stesso Morisi, ma è probabile che anche Alexander finisca indagato, in quanto lui stesso nella chat ammette di aver portato insieme all’amico a casa di Morisi il Ghb. In ogni caso, tutte le ipotesi di reato verranno derubricate a una questione amministrativa. Questo perché la dose di droga liquida rinvenuta nell’automobile di Petre è compatibile all’uso personale. Lo stesso vale per gli 0,31 grammi di cocaina trovati a casa di Morisi. I quantitativi di entrambi gli stupefacenti rinvenuti sono dunque minimi. Pertanto non sarebbero tali da presupporre il reato di spaccio e probabilmente neanche quello di cessione di sostanze stupefacenti. Nei confronti di Morisi rimane la segnalazione al prefetto come “assuntore di stupefacenti”.
Il sondaggio di Mentana fa piangere Letta. Lega prima, la Meloni continua a volare
Pd primo partito? La doccia fredda per il segretario dem Enrico Letta arriva nel tg La7 delle 20, con Enrico Mentana che legge i risultati del consueto sondaggio Swg del lunedì, oggi 14 giugno.
"La prima forza politica è ancora la Lega: 20,9 per cento" spiega il direttore. Il partito di Matteo Salvini perde mezzo punto percentuale rispetto alla rilevazione di sette giorni fa e ha solo uno 0,5 per cento di vantaggio su Fratelli d'Italia. Il partito di Giorgia Meloni guadagna infatti tre decimali e sale al 20,4.
Solo terzo il Partito democratico che non guadagna, anzi, perde lo 0,2 e si attesta al 19 per cento. Dietro il Movimento 5 Stelle, altalenante nel trend del consenso come nelle vicende politiche sullo sfondo dello scontro tra il leader in pectore Giuseppe Conte e l'associazione Rousseau di Davide Casaleggio. I grillini guadagnano lo 0,3 per cento e ora sono al 16,2.
Forza Italia 6,8 per cento, Azione di Calenda 3,4 per cento, Sinistra italiana in calo scende al 2,3. "Il derby tra Speranza e Renzi vede Leu al 2,3 per cento, Italia viva al 2", spiega Mentana.
Grande curiosità desta la rilevazione di Coraggio italia, cosa nuova della galassia del centrodestra di Toti e Brugnaro. Guadagna due decimali e si attesta all'1,2 per cento.
Sicilia, gli offrono una mazzetta da 50mila euro ma l'assessore di FdI registra tutto: scattano le denunce
L’assessore al Turismo, Sport e Spettacolo della Regione Siciliana Manlio Messina ha rifiutato una tangente da 50mila euro per un evento musicale da 500mila euro e, insieme al capo segreteria tecnica, ha denunciato tutto facendo individuare l’intermediaria e i mandanti del tentativo di corruzione.
A raccontare la storia è il sito LiveSicilia che si riferisce a fatti dell'aprile di quest'anno, poco prima dell'estate. "Un’intermediaria contatta il capo segreteria tecnica di Manlio Messina, fidatissimo del leader di Fratelli d’Italia nominato in giunta da Nello Musumeci. Propone un progetto per un evento di spessore, che prevedeva una sponsorizzazione della Regione per 500mila euro. Iniziano le verifiche del progetto, il capo segreteria tecnica si muove con discrezione. L’intermediaria propone, verbalmente, una tangente da 50mila euro per 'finanziare il partito' o 'metterli in tasca'", si legge sul sito.
Non ci si può fidare di Facebook
Una ex dipendente di Facebook è uscita allo scoperto rivelando come il social più diffuso, contrariamente a quanto affermato, favorisca fake news e contenuti d'odio a puro scopo di profitto. Mentre da tempo sono a conoscenza che Instagram ha un effetto deleterio per le adolescenti.
Frances Haugen, 37 anni, è un’ex dipendente di Facebook e una fonte chiave nello scacchiere che vede l’azienda di Zuckerberg contrastare una crisi reputazionale che sembra di essere ancora più travolgente di quella di Cambridge Analytica. Haugen ha dichiarato che l’algoritmo di Facebook – che, secondo le parole espresse a Roma nel 2018 dallo stesso Zuckerberg, doveva privilegiare i contenuti tra profili e limitare relazioni tossiche - non è stato costruito al fine di migliorare le conversazioni sicure, quanto per far aumentare il tempo di permanenza degli utenti sulle piattaforme. Per far ciò, è stato necessario aumentare la visibilità di alcuni profili con molti follower – quindi i Vip più capaci di magnetizzare l’attenzione - benché i loro stessi contenuti valicassero le norme anti-odio previste dalla piattaforma.
Difendere non basta
Ma esistono ancora Dio, Patria e Famiglia? Amando la verità sopra ogni cosa, e rispettando la realtà prima di tutto, risponderei onestamente di no, non esistono ancora. Nel senso che non si tratta di residui perduranti del passato, una cittadella assediata da difendere per evitare che venga espugnata. Sono principi sommersi, quasi invisibili, deviati e dissimulati.
L’unica strada possibile per ridare loro dignità e visibilità a me sembra quella di partire dalla loro mancanza, dalla loro eclissi e dal vuoto che ne deriva. E vedere come può vivere, se può vivere, una società o una persona che abbia abbandonato quei punti di riferimento, diversamente nominati, che riguardano il rapporto con il cielo, con la terra e con la casa, i legami primari della nostra vita. Al posto di Dio resta quell’entità labile e friabile che è l’Io. Al posto della patria c’è lo sconfinato deserto denominato globale, dove sciamano masse di sradicati. E al posto della famiglia, come si sa, c’è la mutevole asimmetria dei rapporti transitori e a volte transgenici in cui il singolo prevale con i suoi desideri su ogni comunità, legame e dedizione. Da qui la necessità di ripensare e rifondare quei principi cardinali della vita e di sottrarre le motivazioni della vita al dominio della tecnica e del mercato.
La Polonia non riconoscerà più la supremazia delle leggi europee
La sua Corte Costituzionale ha stabilito che ogni legge europea deve rispettare la legge polacca: è una decisione senza precedenti
Giovedì la Corte Costituzionale polacca ha stabilito che ogni sentenza o atto normativo dell’Unione Europea deve essere conforme alla legge polacca, per essere applicato in Polonia. La sentenza, arrivata in seguito a un quesito del primo ministro polacco Mateusz Morawiecki, significa di fatto che la Polonia non riconosce più la supremazia delle leggi europee su quelle polacche, cioè uno dei princìpi fondativi dell’Unione Europea.
La decisione della Corte Costituzionale polacca non ha precedenti nella storia europea ma è solo l’ultimo passaggio di una contesa giudiziaria che prosegue da alcuni anni fra l’Unione Europea e la Polonia, diventata un paese a guida semi-autoritaria dopo la vittoria alle elezioni del 2017 da parte del partito Diritto e Giustizia, di estrema destra. L’Unione Europea e la stragrande maggioranza degli esperti di diritto internazionale ritengono che il governo polacco abbia compromesso l’indipendenza dei tribunali e della magistratura con varie decisioni: la stessa Corte Costituzionale polacca è piena di giudici nominati direttamente dal governo e ritenuti vicini a Diritto e Giustizia.
Giorgia Meloni smaschera il giochetto della sinistra. Cosa non torna nell'inchiesta di Fanpage
"Fossimo così impresentabili non saremmo il primo partito in Italia" La leader di FdI ribadisce: "Non c'è posto in FdI per i nostalgici del fascismo"
"Fossimo così impresentabili non saremmo il primo partito in Italia". Giorgia Meloni da giorni è sulle barricate dopo le accuse rivolte a Fratelli d'Italia di nascondere sacche di neofascisti, "lobby nere" e quant'altro. Ma "nel dna di Fratelli d'Italia non ci sono nostalgie fasciste, razziste, antisemite. Non c'è posto per nulla di tutto questo. Nel nostro dna c'è il rifiuto per ogni regime, passato, presente e futuro. E non c'è niente nella mia vita, come nella storia della destra che rappresento, di cui mi debba vergognare o per cui debba chiedere scusa", contrattacca la leader di FdI in una intervista al Corriere della sera. Dall'altra parte la sinistar col ditino alzato, che "i conti con il proprio passato, a differenza di noi, non li ha mai fatti e non ha la dignità per darmi lezioni".
In Vaticano non chiedono il pass (e neanche la coerenza)
Per l'udienza del mercoledì in Sala Nervi non è stato chiesto il Green pass perché si è trattato di una celebrazione liturgica. Basta una preghiera all'inizio e una alla fine per essere esentati dal lasciapassare? Si potrebbe estendere la preghiera anche a ristoranti e cinema, allora. Eppure in nessuna liturgia ci si fa i selfie col Papa. Nel frattempo regole e violenza liturgica sono imposte ai tutti i fedeli come un pesante fardello.
Vocabolario Treccani. Voce “coerente”: “Che non è in contraddizione, […] di persona fedele ai suoi principî o che agisce in modo conforme al proprio pensiero”. Mercoledì scorso erano in migliaia ad assistere alla catechesi di Papa Francesco nell’Aula Paolo VI, però brillava per la sua assenza la signorina Coerenza.
Infatti in Vaticano vige l’obbligo del green pass per partecipare a simili eventi, eppure mercoledì tale certificato non è stato chiesto. Fonti vaticane hanno spiegato che il certificato di sana e robusta costituzione anti-covid non serviva perché quella catechesi era “assimilabile a una celebrazione liturgica". Questo perché la catechesi è stata aperta da una lettura biblica e chiusa da una preghiera. Quindi, per coerenza logica (vogliamo rimanere in tema), se Tizio va al ristorante e prima di mangiare legge un versetto del Vangelo e chiude la cena con una preghiera, magicamente la cena diventa un momento "assimilabile a una celebrazione liturgica". E quindi non servirebbe il green pass per andare al ristorante. Analogamente per palestre, convegni, spettacoli, etc. Potrebbe essere un’idea da proporre al Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione: in un batter d’occhio milioni di italiani riscoprirebbero Bibbia e preghiera.
Prima ti sparavano adesso fanno un'inchiesta, il dubbio di Rizzo è da brividi
Marco Rizzo semina dubbi sugli attacchi giudiziari e mediatici arrivati a Lega e Fratelli d'Italia solo pochi giorni prima delle elezioni amministrative. Secondo il segretario del Partito comunista, dietro i casi Morisi e lobby nera ci sarebbe la volontà di screditare la politica. "La destra sovranista sta soffrendo - ha detto Rizzo ai microfoni di Coffee Break su La7 - Nell'operazione di normalizzazione del sistema politico a favore della finanza e del buon governo si vogliono far passare i partiti come cose inutili. Salvini ha fatto la sua fortuna con migranti e lotta alla droga. E pochi giorni prima delle elezioni scoppia il caso Morisi. Stessa cosa vale per Fratelli d'Italia: il caso della lobby nera viene fuori proprio adesso? Questo è il secolo di un controllo molto più sottile. Un tempo ti sparavano, adesso fanno un'inchiesta. Tutto quello che accade non accade per caso...".
«"Ascoltami". Noi, malati post vaccino e senza dignità»
Appena costituito ha già 100 iscritti, numero che crescerà. Non chiedono risarcimenti, solo di essere ascoltati da quello Stato che, dopo averli costretti a vaccinarsi, ora li abbandona di fronte a reazioni avverse neurologiche e autoimmunitarie che non si vogliono studiare né curare. Nasce Ascoltami, il comitato delle vittime da reazione grave avversa. «Molti di noi hanno già speso 5000 euro per sentirsi accusare di isteria, ma qua c'è chi non cammina e chi non dorme più». Nel board sono tante le testimoni che hanno raccontato alla Bussola il proprio calvario. Due legali offrono patrocinio per inviare segnalazioni coordinate ad Aifa. La portavoce: «Siamo malati senza dignità: perché destinano medici alla cura del long covid e non delle reazioni avverse?».
L’intento è già dichiarato nel nome: si chiama “Ascoltami” ed è il primo comitato di presunte vittime da vaccino anti covid che escono allo scoperto. Presunte, perché al momento, in assenza di una diagnosi sistematica da reazione avversa, la correlazione con il vaccino è soltanto cronologica, ma vittime lo sono già: non solo perché soffrono – come la Bussola ha raccontato in questo mese – e spesso non vengono nemmeno curate. Ma anche perché i loro guai sono incominciati immediatamente dopo l’inoculo, senza una spiegazione giustificata e senza alcuna patologia precedente.
“L’Ungheria è un regime autoritario”: l’inchiesta farsa di Bruxelles contro Orban
Che l’Ungheria di Viktor Orban non piaccia all’Unione europea è cosa nota e arcinota. Dalle politiche sull’immigrazione all’ideologia gender, tra Budapest e Bruxelles, in effetti, ci sono parecchi punti d’attrito. Su cui si è litigato più e più volte, peraltro. Preso atto di questa frattura pressoché insanabile, i mandarini Ue vorrebbero castrare Orban applicando l’articolo 7 del Trattato dell’Unione europea (Tue), mentre il governo magiaro starebbe studiando una strategia per salutare Bruxelles entro il 2030. Insomma, i rapporti tra le parti sono ai minimi termini, e di certo non sta aiutando la missione d’inchiesta che di recente è stata a Budapest per raccogliere prove contro Orban.
L’inchiesta contro Orban
L’inchiesta anti-Orban è stata realizzata dalla Commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni (Libe), il cui scopo era quello di dimostrare che l’Ungheria di Orban violerebbe i diritti umani, la libertà d’informazione e, in generale, tutte quelle fattispecie che rientrano nell’articolo 7 del Tue: l’articolo che prevede la sospensione dei diritti di uno Stato membro qualora quest’ultimo contravvenga ai princìpi informatori della Ue (democrazia, libertà, Stato di diritto ecc.). La missione avrebbe dovuto svolgersi già diversi mesi fa, ma era stata rimandata a causa dell’emergenza pandemica. Ora, però, l’inchiesta contro Orban è stata svolta (dal 29 settembre al primo ottobre), e un paio di giorni fa gli inquirenti hanno presentato i loro risultati a Strasburgo, al Consiglio europeo.
Studentessa si sente male e la madre non ha il green pass: per prenderla a scuola servono i carabinieri
Siamo a Pomezia, alle porte di Roma, dove una studentessa di un istituto superiore si è sentita male in classe e ha, come si usa fare, chiamato la mamma per farsi venire a prendere. Ma adesso c’è il Green pass, quindi tutto si complica, fino all’arrivo dei carabinieri.
Pomezia, senza green pass? Mamma rimane fuori
La ragazza, che frequenta l’Istituto superiore di Largo Brodolini secondo quanto riporta il Corriere della città, si è sentita male a scuola e voleva essere riaccompagnata a casa dalla mamma. Così l’ha chiamata. Per prelevare la figlia, la signora avrebbe dovuto solo firmare un modulo che consente agli alunni minorenni di uscire prima dell’orario della fine delle lezioni. Ma per poter firmare questo modulo, il genitore o chi ne fa le veci deve entrare nell’istituti. E senza Green pass l’accesso è vietato. Si da il caso che la mamma della ragazza malata non lo possedesse: quindi, i diligenti impiegati della scuola si rifiutavano di far uscire la ragazza. La cosa ha così degenerato che sono stati costretti ad intervenire i carabinieri.
Toh, il Nobel per la letteratura va a Gurnah: nelle sue opere parla di migrazioni e colonialismo
Partiva sfavoritissimo, tanto che i bookmaker non lo avevano neanche quotato. Eppure, il premio Nobel per la letteratura 2021 se l’è aggiudicato proprio lui, lo scrittore tanzaniano Abdulrazak Gurnah. Ma come ha fatto un outsider come lui a conquistare questo esclusivo riconoscimento? La motivazione fornita dalla Reale Accademia di Svezia ci aiuta a fugare tutti i dubbi: Gurnah è stato insignito del Nobel per la letteratura “per la sua intransigente e compassionevole comprensione degli effetti del colonialismo e del destino dei rifugiati nel divario tra culture e continenti”.
L’immigrazionismo paga
Stando alla giuria, dunque, a pesare nell’assegnazione del Nobel per la letteratura 2021 sono stati in particolare i temi trattati nei romanzi di Gurnah, i quali “rifiutano le descrizioni stereotipate e aprono il nostro sguardo su un’Africa orientale culturalmente diversificata, sconosciuta a molti in altre parti del mondo”. Insomma, scrivere bene paga. Ma scrivere dei temi “giusti”, come migrazioni e anticolonialismo, paga decisamente meglio: può fruttare, tanto per dire, nientemeno che un premio Nobel. Oltre che, beninteso, una medaglia d’oro e 10 milioni di corone svedesi (circa un milione di euro).
“Ladri di verità, ladri di democrazia, ladri di conoscenza”: parla Maurizio Bolognetti
Giovedì 30 settembre, il giornalista Maurizio Bolognetti ha pubblicato un post su Facebook in cui esprimeva tutto il suo rammarico per la linea editoriale intrapresa da Radio Radicale: “Mi state chiedendo perché non mi occuperò più di Covid per Radio Radicale? Provo a spiegarvelo. Qualcuno chieda al direttore di Radio Radicale perché ha censurato tutte le interviste che ho fatto a Garavelli, Donzelli, Bellavite, Gentilini. Chiedetegli perché in sei giorni non hanno detto una sola parola sull’azione nonviolenta in corso. Chiedetegli perché hanno censurato sit-in e manifestazioni. Chiedetegli dei miei interventi censurati in rassegna stampa. Chiedetegli dei redazionali fantasma. Chiedetegli della lettera a Mattarella. Chiedetegli della lettera indirizzata al ministro Lamorgese. Lo ammetto, sono colpevole, non ho voluto allinearmi e me la stanno facendo pagare. Ma lo fanno da vigliacchi e in maniera subdola. Posso garantirvi che quel fanno è anche peggio di un benservito”.
Enrico Letta infanga i giudici sul processo Lucano. Ma i magistrati restano zitti sulle bugie
Una particolare forma di disabilità visiva o uditiva deve aver colpito i vertici dell’associazione magistrati. Non si sono accorti della gravità delle parole pronunciate l’altra sera da Enrico Letta contro i giudici di Mimmo Lucano. Fosse accaduto ad altri, le toghe sarebbero già insorte a difesa dell’indipendenza della magistratura contro le ingerenze della politica bla-bla-bla. Nel caso di Enrico Letta tacciono con ignominia. Intervistato da Giovanni Floris sulla sentenza che ha condannato a 13 anni di galera per una ventina di reati Mimmo Lucano, il segretario del Pd se ne è uscito in questa maniera. «La questione della data è quella più clamorosa: non esiste che una sentenza venga espressa tre giorni prima» di una tornata elettorale «in cui Lucano era candidato. Potevano emetterla un mese prima, credo ci fossero tutti i tempi per evitare un impatto così evidente e clamoroso». Giustizia secondo necessità, dunque, per l’onorevole Letta. Una tesi gravissima. Perché si vuole affermare che la magistratura ha deciso di condannare Lucano a tre giorni dal voto per fargli male. Come se la data fosse stata fissata in coincidenza con il voto dal collegio giudicante e non dalla politica.
Meghan Markle e Harry, "la foto con cui Elisabetta li ha umiliati davanti al mondo". Ecco perché sono fuggiti, lo scatto incriminato
Una foto potrebbe aver scatenato... tutti. Dopo quasi un anno dalla fuga di Meghan Markle e il principe Harry da Buckingham Palace con direzione-Stati Uniti, ecco svelata la - presunta - motivazione del loro addio alla famiglia reale inglese. A lanciare l'indiscrezione è Andrew Morton, autore di Meghan – A Hollywood Princess. Per lo scrittore l'addio dei duchi di Sussex ai membri senior della famiglia reale sarebbe uno scatto pubblicato dalla Regina Elisabetta.
Quest'ultima ha augurato a tutti un buon 2020. Peccato però che nell'immagine ci fossero lei, il principe Carlo, il nipote William e il primo pronipote George. Insomma, l'unico escluso sarebbe stato il marito di Meghan nonché figlio di Carlo, Harry. "I Sussex - spiega Morton - avevano la sensazione che a Palazzo, nonostante la popolarità, fossero considerati figure marginali".
Da lì è stato un crescendo di tensioni: dall'intervista scandalo in cui la coppia accusava l'entourage della Regina di essere razzista, fino alle varie liti tra fratelli. Per non parlare poi del clima tesissimo attorno a Meghan e Kate Middleton. Solo negli ultimi mesi, dopo la nascita della piccola Lilibet Diana Mountbatten-Windsor, i rapporti sembrano essersi riappacificati. Almeno questo è quanto trapela, perché in realtà sui social (dove tutti sono attivissimi, la Regina compresa) vige sempre il silenzio reciproco.
Discoteche aperte solo al 35%. I gestori infuriati: "Così è una presa in giro"
Nel mondo della cultura e dell’intrattenimento c’è chi può gioire, almeno parzialmente, e chi invece meno. Gli spalti degli stadi si riempiranno sempre di più. Il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, conferma che nel prossimo Cdm, che potrebbe tenersi già oggi ma più probabilmente domani, verrà approvato un ampliamento delle capienze al 75% recependo così le indicazioni in materia del Cts. Una percentuale che farà venire meno il concetto dell’obbligo di distanziamento «a scacchiera». Resta invece la regola del dover indossare la mascherina e, a tal proposito, Costa invita i tifosi a «prudenza e responsabilità». Buone notizie arriveranno anche per cinema e teatri, sempre più incamminati nella strada di un ritorno a pieno regime.
Chi invece non è per nulla soddisfatto del parere del Cts è il mondo delle discoteche e della sale da ballo, fra i più colpiti dall’inizio della pandemia. Il via libera all’apertura con una capienza del 35% al chiuso e al 50% all’aperto in zona bianca (compresi i dipendenti, ndr) è considerato troppo restrittivo per poter pensare di rimettere in moto il settore. Il commento più usato dagli operatori del settore è «presa in giro». Nessun «primo passo verso la normalità», come detto dal membro del Comitato tecnico scientifico Sergio Abrignani, ma una decisione «surreale», dice la Siae. Il presidente del sindacato italiano dei locali da ballo, Maurizio Pasca, parla di condizioni «molto penalizzanti» che costringeranno diversi locali a scegliere di rimanere chiusi perché, a queste condizioni, «non rientrano nei costi». Ad amareggiare il mondo della notte è soprattutto il paragone con gli altri stati europei dove - sottolinea Pasca - «hanno riaperto tutti al massimo della capienza col green pass».
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La ricetta Speranza a base di «tachipirina e vigile attesa» è già stata messa in discussione da diversi studi scientifici. Adesso, però, sta per croll... -
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Dodici milioni di animali uccisi per i test scientifici: Parlamento Ue chiede fine della “mattanza”
Il Parlamento Ue chiede si fermare la “Mattanza” degli animali da laboratrio: nell’Unione europea, nel 2017, circa 12 milioni di animali sono stati al... -
Instagram è dannoso per la salute mentale delle ragazze. Zuckerberg lo sa e non fa nulla
Facebook sa che Instagram è un social pericoloso per la salute mentale delle ragazze adolescenti, ma non fa nulla per arginare il problema. E’ quanto... -
Carne bovina, due casi di mucca pazza. "Stop alle vendite", torna il terrore: ecco cosa evitare
Torna l'allarme mucca pazza. Certo, non alle porte dell'Italia, ma il caso fa subito paura. In Brasile - il più grande esportatore di carne bovina al... -
Facebook e la lista di vip intoccabili: Zuckerberg ha protetto dalla censura 6 milioni di profili “famosi”
«Gli standard della community di Facebook si applicano a tutti nella stessa maniera», è il mantra che Mark Zuckerberg ama ripetere a tutti. Ma è veram... -
Così muore in pochi secondi il Covid: l'immunologo Clerici ha scoperto l'arma letale che uccide il virus
Una spallata che può essere definitiva nella guerra con il Covid. Mario Clerici, docente di Patologia generale all’Università Statale di Milano e dire... -
Elon Musk da paladino “verde” a inquinatore seriale
Elon Musk proprietario di Tesla e del gruppo Space X ha cercato di rivoluzionare, oltre al mercato automobilistico anche lo stile di vita dei nuovi ri...
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Le 10 spiagge più belle della Liguria | Skyscanner Italia
Calette cristalline, spiagge attrezzate e baie tutte da fotografare: sono le spiagge della Liguria, per un viaggio tra borghi marinari, aree marine pr... -
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